Milano, 9 luglio 2020 – Il 5G rappresenta un grande passo in avanti ed il futuro della connessione veloce—ma un sondaggio recente della Global Business Barometer dell’Economist Intelligence Unit ha rivelato che solo poco più del 5% degli imprenditori lo ritiene essenziale per la propria attività.
Quasi la metà dei dirigenti di tutto il mondo considerano di gran lunga più importante la cybersecurity, il data privacy security o il cloud computing, fallendo di comprendere quanto in realtà quest’ultimi elementi siano fortemente collegati al 5G.
Questa forma di connessione potrebbe infatti facilitare la gestione delle piattaforme virtuali e rafforzare la loro sicurezza, favorendo al contempo lo sviluppo di nuove tecnologie per particolari ambiti industriali. Grazie al progresso potrebbero esserci infinite possibilità di guadagno, favorendo al contempo la collaborazione anche a livello mondiale ed eliminando anche step burocratici.
Ma, come per quasi tutte le innovazioni lungo gli anni, anche in questo caso la diffidenza degli imprenditori è strettamente collegata alla mancanza di comprensione delle sue caratteristiche essenziali. Un po’ per le poche conoscenze tecnologiche e un po’ per le informazioni errate che girano in rete, tanti si limitano a considerare i dati statistici, senza approfondire ulteriormente.
Una tesi a favore della dannosità della digitalizzazione usa come base il confronto delle frequenze utilizzate. Valutando i 27 GHZ del 5G al confronto coi 800-2,6 GHZ usati dal 3G o 4G, potrebbe sembrare un’estensione esagerata e implicitamente negativa. Si tratta però di una considerazione del tutto errata!
Pur trattandosi di un terreno inesplorato, esistono già diversi studi scientifici che dimostrano che l’inquinamento elettromagnetico emesso non solo rientra nei limiti normativi, ma è addirittura più sicuro per la nostra salute delle tecnologie utilizzate ad oggi. Sia l’Icnirp (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection), che l’Organizzazione mondiale della sanità e il ministero della Salute hanno più volte dichiarato che non c’è motivo per cui preoccuparsi!
Nonostante ciò, le fake news e le teorie complottiste non sembrano avere fine e vi sono tuttora continue pubblicazioni che creano inutili allarmismi. In Gran Bretagna, giornali come il Daily Star diffondono articoli senza alcuna base scientifica, su come il 5G potrebbe favorire la diffusione del coronavirus. Ancor di più, il disaccordo tra scienziati e certi studi errati come quello dello statunitense Curry, continuano a evidenziare gli effetti negativi che le onde radio hanno sui tessuti umani, senza però prendere in considerazione l’effetto protettivo dello strato epidermico.
Infine, contribuiscono a creare una percezione negativa anche le teorie sulla trasmissione laser, che però sono essenziali nell’eliminare la connettività cablata nelle zone irraggiungibili. Dobbiamo poi precisare che quest’ultime non sono affatto innovative, ma già utilizzate a partire dagli anni Sessanta, sfruttate persino dalla rinomatissima NASA.
Così facendo, il terrorismo psicologico creato tra le masse è inevitabilmente sfociato nella distruzione di ben 20 torre 5G a Liverpool, Birmingham e Belfast. E non si tratta di un fenomeno isolato: anche in Italia abbiamo visto la distruzione delle linee telefoniche di Maddaloni e Montedecoro.
Le antenne però bruciate nella provincia di Caserta appartenevano agli operatori Wind-Tre ed Iliad e servivano per il 3G ed il 4G di migliaia di utenti. Nulla a che vedere quindi con quelle di ultima generazione, e gli atti vandalici hanno lasciato tante famiglie senza una linea telefonica e senza la possibilità di collegarsi ad Internet.
Sfortunatamente questo tipo di disinformazione potrebbe avere gravi conseguenze sull’economia italiana e sugli investimenti futuri. L’infrastruttura digitale è infatti fondamentale per il progresso tecnologico ed è strettamente collegata al livello di competitività che le nostre imprese potrebbero raggiungere su scala mondiale. Purtroppo però, gli investimenti sulla fibra ed il 5G in Europa sono già nettamente inferiori all’America e all’Asia, a causa di un mercato troppo regolamentato.
Persino l’Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani, ha pubblicato una guida utile per capire meglio i vantaggi del 5G. Ma se da un lato oltre 300 Comuni italiani hanno bloccato il 5G, dall’altro, l’indice europeo Desi infonde un po’ di speranza classificando il nostro territorio al terzo posto in termini di preparazione per l’assunzione delle nuove tecnologie.
I benefici vanno al di là dell’economia ed includono l’ambito sociale, influenzati anche dall’aumento di traffico dei dati avvenuto durante la quarantena per il coronavirus. Gli esperti stimano cambiamenti rilevanti in ambito lavorativo, mentre la Commissione europea prevede una crescita economica di ben 113 miliardi già nel 2025. Il livello produttivo infatti potrebbe essere notevolmente ampliato, riducendo il bisogno di avere una presenza fisica e favorendo la gestione ed il controllo remoto.
Gli allarmismi e le bufale potrebbero in realtà essere l’ostacolo più grande per il ritorno alla normalità nel nostro paese. Se dirigenti ed imprenditori continuano a sottovalutare l’importanza della digitalizzazione, non faranno altro che rallentare la ripresa economica tanto necessitata dopo l’arresto subito a causa del virus.
L. M.