POLITICHE SOCIALI. IL COMUNE ATTIVA INTERVENTI PER L’AUTONOMIA DEI NEO MAGGIORENNI OSPITI DELLE COMUNITÁ EDUCATIVE

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Milano, 1 novembre 2019 – Attivare interventi di supporto specifico in favore delle ragazze e dei ragazzi neo maggiorenni che vivono nelle comunità educative in seguito a un provvedimento di allontanamento dalla famiglia di origine da parte dell’autorità giudiziaria. Il Comune di Milano, attraverso una delibera approvata dalla Giunta, aderisce con tale obiettivo a una sperimentazione nazionale per il completamento del percorso di autonomia di quei neo diciottenni che, essendo privi di un fisiologico ambiente familiare di supporto, potrebbero avere delle difficoltà nell’adattamento alla vita adulta.

Il progetto sperimentale coinvolgerà all’inizio tra i 15 e i 20 cosiddetti “Care leavers” tra i 17 e i 20 anni che potranno quindi essere seguiti per un periodo che va da uno a tre anni con l’attivazione di un percorso individuale che tenga conto dei loro specifici bisogni e che li accompagni verso l’autonomia. Il progetto, il cui avvio è previsto a dicembre, prevede in particolare l’erogazione di borse per l’autonomia di importo non superiore ai 780 euro mensili in attesa o in alternativa all’ottenimento del Reddito di cittadinanza, l’attivazione di almeno quattro tutor educativi che supporteranno i servizi sociali territoriali nella gestione e nel monitoraggio del percorso del singolo soggetto, l’affiancamento di un gruppo di pari per lo sviluppo di competenze e attività per l’autonomia, l’individuazione di una soluzione alloggiativa autonoma o semi autonoma.

Le risorse dedicate al progetto ammontano a 300mila euro, erogati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (240mila euro) e da Regione Lombardia (60mila euro).

“Il sopraggiungere della maggiore età – dichiara l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – non sempre coincide con la capacità, anche pratica oltre che economica, di essere autonomi. Specialmente se pensiamo che queste ragazze e questi ragazzi non hanno potuto contare sul supporto della loro famiglia per molti anni. Ecco allora l’importanza di questo progetto che prende atto di una difficoltà presente nelle grandi città e caratteristica del nostro tempo. La sperimentazione mette al lavoro, in uno spirito di collaborazione, istituzioni pubbliche centrali e locali e organizzazioni del Terzo settore che da anni lavorano su questi temi a Milano. Ci auguriamo quindi che lo sforzo dei prossimi mesi possa consegnarci indicazioni utili a correggere il tiro ed affinare strumenti e modalità di intervento per essere in futuro esteso a tutti coloro che sono chiamati ad affrontare un percorso di autonomia una volta usciti dalla comunità”.

Al 31 dicembre 2018, i minorenni allontanati dalla famiglia e inseriti in comunità residenziali erano 500 a cui si aggiungono 142 ragazzi particolarmente fragili tra i 18 e i 21 anni per i quali il Comune ha proseguito il percorso di accoglienza.

 

Redazione

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