(mi-lorenteggio.com) Milano, 01 ottobre 2019 – “L’integrazione parte oggi solo
formalmente, perche’ in realta’ e’ partita il 15 luglio scorso su
decisione unilaterale del Comune di Milano. Il Comune ha scelto
di aumentare da 1,5 a 2 euro il biglietto Atm per fare cassa: lo
ha fatto utilizzando il grimaldello dell’integrazione tariffaria
che oggi il Pd, dopo aver gridato ai quattro venti quanto fosse
salvifica e indispensabile, dice di non volere. Ma
l’integrazione senza treno non ha senso. Non si puo’ lasciare
fuori un attore della mobilita’ come Trenord che nel Milanese e
Monzese serve 96 stazioni di cui 24 nella citta’ di Milano (6 nel
passante ferroviario)”.
Lo ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture, Trasporti
e Mobilita’ sostenibile rispondendo a una mozione in Aula
consigliare.
“La Regione – ha aggiunto – e’ intervenuta ottenendo da Trenord
il rimborso integrale dei rincari per i monomodali. Settimana
prossima incontrero’ i rappresentanti dei pendolari: siamo
disponibili a confrontarci sul regolamento dei rimborsi. Ma
ricordo che il sistema deve tutelare davvero i monomodali,
quindi una procedura di verifica e’ necessaria. Ricordo anche che
l’utente puo’ presentare i documenti per accedere al meccanismo
di rimborso in un’unica occasione, dopodiche’ ricevera’ il
bonifico sul suo conto corrente, senza ulteriori passaggi
procedurali”.
“I problemi comunque nascono dal Comune di Milano che ha
pressato l’Agenzia Tpl. Senza la fuga in avanti di Milano – ha
concluso Terzi – l’introduzione dell’integrazione tariffaria
sarebbe stata piu’ armonica e meno difficoltosa. Questa fretta ha
indotto l’Agenzia a lavorare male. Il sistema infatti presenta
ancora falle inaccettabili. Basti pensare che i nuovi titoli
acquistati online per le zone fuori da Milano (MI4-MI9) non
aprono i tornelli della metropolitana. O che i servizi bus
urbani di 16 Comuni del Milanese e del Monzese sono stati
‘dimenticati’ dall’Agenzia e, dunque, ancora oggi non risultano
inclusi nell’integrazione tariffaria”.
Redazione