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CASA: MIRABELLI (PD), SERVE UNA NUOVA POLITICA SOCIALE

 

(mi-lorenteggio.com) Milano, 31 marzo 2019 – «L’ISTAT ha più volte evidenziato come le spese per la casa rappresentino uno dei capitoli principali delle uscite per le famiglie e l’Italia si distingue tra i Paesi europei più sviluppati per una spesa sociale destinata alla casa tra le più basse d’Europa (0,03% del PIL contro lo 0,6% nei Paesi dell’Unione europea), per una delle più basse quote di edilizia pubblica (il 4% del patrimonio abitativo ed un quinto del mercato dell’affitto), nonché per una minore dimensione del patrimonio in affitto privato, pilastro dell’offerta in molti Paesi. Il problema abitativo risulta, quindi, un bisogno in gran parte insoddisfatto per una quota crescente di popolazione. Ecco perché è indispensabile una risposta sociale, con politiche adeguate, orientate verso i segmenti di popolazione in maggiore difficoltà economica». Lo ha detto il Sen. Franco Mirabelli, Vicepresidente del Gruppo PD al Senato, da tempo impegnato sui temi dell’abitare, nel corso di una lunga intervista pubblicata dal Centro Studi Berlin 89.

«Nel nostro Paese e anche qui a Milano per molte famiglie, soprattutto con redditi medio bassi, è ancora difficile trovare casa a costi sostenibili. – ha spiegato Mirabelli – Non siamo di fronte ad una emergenza ma ad una questione che deve essere affrontata con politiche intelligenti ed innovative, che devono tenere conto di un quadro sociale e del mercato del lavoro che è profondamente cambiato nel corso degli anni. La mobilità del mercato del lavoro ha dato una forte accelerazione anche ai cambiamenti della domanda abitativa. Ci sono lavoratori che arrivano nelle città per un periodo determinato, ci sono gli studenti che necessitano di fermarsi il tempo di completare gli studi, ci sono persone che si trovano in situazioni di difficoltà economica in seguito alla perdita del posto di lavoro e di questo occorre tenere conto quanto si costruiscono le politiche abitative. Secondo un rapporto Istat, nel 2015, l’80% degli italiani viveva in una casa di proprietà. Oggi, però, quel sistema non regge più perché non risponde alle esigenze abitative attuali. La crisi economica, inoltre, ha peggiorato il quadro: sono diminuiti i redditi dei cittadini e la conseguenza è stato un aumento del disagio abitativo. Una politica abitativa pubblica, di conseguenza, non può più essere finalizzata ad incentivare l’acquisto della casa ma deve costruire le opportunità affinché le persone possano trovare case in affitto a canoni calmierati, in quanto questa è una risposta più consona alla domanda della società di oggi».

Per quanto riguarda la situazione delle periferie milanesi, il senatore Mirabelli ha affermato: «Da tempo ho ripreso a fare una serie di incontri nei quartieri delle periferie milanesi, per verificare le condizioni in cui continuano a vivere decine di migliaia di cittadini e capire come è possibile dare una mano dalle istituzioni per migliorare la situazione. Sono stato nei quartieri delle case popolari ALER di Via Salomone, di Viale Ca’ Granda in zona Niguarda, di Via Gola, di San Siro, e poi nelle case comunali di Via Rizzoli, nel “bosco della droga” tra Rogoredo e Porto di Mare e nei luoghi difficili dello spaccio in Comasina. In ogni quartiere ci sono comitati di cittadini che si dedicano con spirito di servizio e tanto del loro tempo a cercare di mettere in campo iniziative per migliorare situazioni difficili e rendere più vivibili le zone, strappandole al degrado e alla delinquenza, presentando denunce e sollecitando gli interventi delle istituzioni che non sempre ci sono o che sono troppo tardivi rispetto alle necessità. C’è bisogno di una maggior attenzione da parte delle istituzioni e soprattutto di una maggior tempestività negli interventi affinché si riesca a produrre davvero un cambiamento. Il Comune di Milano ha già avviato molti progetti di trasformazione di alcuni territori e di recupero e riqualificazione anche di quartieri difficili, come ad esempio il Lorenteggio. È chiaro, però, che anche ALER deve assumersi le proprie responsabilità e intervenire nei caseggiati di sua competenza per garantire decoro, legalità e sicurezza ai cittadini che vi abitano. Alcune questioni inerenti le politiche sulla casa, infatti, incidono anche in maniera significativa sulla qualità urbana e sociale e, quindi, sul benessere dei cittadini. È evidente che ci sono quartieri popolari che si trovano in una situazione di degrado inaccettabile. Il tema della qualità dell’abitare e del benessere dei cittadini riguarda sostanzialmente su due versanti: il mix sociale degli abitanti e la riqualificazione degli edifici. Per quanto riguarda il mix sociale, occorre cominciare a riragionare sulle assegnazioni delle case popolari e su progetti di housing sociale, facendo in modo che tengano insieme famiglie e ceti diversi per evitare di creare ghetti. Sono poi urgenti interventi di sistemazione di gran parte del patrimonio pubblico su tutti i fronti. Dobbiamo, però, aver chiaro che, per quanto riguarda l’Edilizia Residenziale Pubblica, non esiste più il modello secondo cui si costruiscono grandi quartieri popolari con soldi pubblici. Le politiche abitative non possono contare solo sui soldi pubblici, anche perché non ci sono, ma devono contare sul mettere insieme energie e risorse diverse pubbliche e private, compresa la cooperazione».

Intervista integrale: https://berlin89.info/it/dossier-europa-menu/cose-di-casa.html?showall=1

 

Redazione

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