ANTICORRUZIONE. APPROVATO IL NUOVO PIANO DEL COMUNE DI MILANO PER IL 2019

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(mi-lorenteggio.com) Milano, 25 gennaio 2019 – Sessantatré “soffi nel fischietto” tra il 2015 e il 2018, 63 segnalazioni esaminate dall’organismo comunale di garanzia per il Whistleblowing, il sistema che permette ad ogni dipendente pubblico e ai dipendenti o ai collaboratori di aziende che lavorano col pubblico di accendere una spia su gare, procedure e attività illecite o potenzialmente tali, mantenendo l’anonimato o in via confidenziale.
Il dato emerge nella relazione che accompagna il Piano Triennale di prevenzione della corruzione del Comune di Milano, adottato oggi con una deliberazione di Giunta e presentato in Commissione ai consiglieri milanesi.
Più nel dettaglio, le segnalazioni sono state in dieci casi confidenziali e in 53 anonime; 19 sono quelle riferibili al 2017 (due confidenziali, 17 anonime) ed hanno riguardato il “miglioramento delle procedure e policy interne” (4 casi), la “trasparenza nella pubblicazione degli atti” (2 casi), la “gestione del personale (5 casi), gli “aspetti gestionali di competenza dirigenziale” (7 casi) e un caso non classificabile che non ha avuto esito. Nel 2018, invece, le segnalazioni sono state 18 (4 quelle confidenziali) e hanno riguardato nove volte la “gestione del personale” e altrettante gli “aspetti gestionali di competenza dirigenziale”.
Anti hackeraggio
Con il Piano adottato oggi il Whistleblowing (“soffiare il fischietto”), che è uno degli strumenti cardine della lotta alla corruzione negli enti, viene dotato di un sistema informatico potenziato, soprattutto a maggior tutela della riservatezza del dipendente che effettua la segnalazione. In particolare, sono state rafforzate le misure di protezione del software open source utilizzato, chiamato GlobalLeaks.
Divieto di Pantouflage
Tra le altre novità del Piano, che conta ormai oltre 325 modelli operativi studiati affinché tutte le procedure utilizzate dall’Amministrazione siano supportate da azioni di presidio e contrasto di eventi corruttivi o di non corretta gestione amministrativa, il divieto di Pantouflage, ovvero l’impossibilità per i dipendenti che “negli ultimi tre anni di servizio hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle Pubbliche Amministrazioni” di “svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell’attività della Pubblica amministrazione, svolta attraverso i medesimi poteri”.
Una misura, anche questa prevista dalla legge ma sulla quale, su input dell’Anac, l’Amministrazione ha puntato parte dei suoi sforzi, implementando e definendo meglio gli ambiti di applicazione, le tipologie di impiego e soprattutto i controlli. Il divieto di Pantouflage si applica anche ai dipendenti delle società partecipate.
Titolare effettivo
Tra gli anticorpi previsti dalla Legge e sui quali il Piano punta molto, va senz’altro inserito il “Titolare effettivo”, ovvero l’effettivo portatore di interesse nel rapporto tra il Comune e le aziende che sono parte di contratti di concessione d’uso o di convenzioni urbanistiche e altre tipologie. In questo caso, l’Amministrazione opererà, allo stato in via sperimentale, affinché l’azienda o l’ente privato rilasci una dichiarazione che attesti, appunto, chi è il titolare effettivo “anche al fine di rendere concreta ed efficace l’attività di verifica dell’assenza di cause anche potenziali di conflitto d’interesse” con la macchina comunale.
Diritti dei lavoratori
Attenzione particolare poi è rivolta alle condizioni dei lavoratori delle aziende che partecipano ad avvisi pubblici del Comune: in fase di gara viene richiesto agli operatori economici un’analisi dei costi della manodopera così da verificare il rispetto delle retribuzioni minime derivanti dai contratti collettivi nazionali e di categoria.
Analisi dei rischi
Infine, l’analisi dei rischi: dal 2018 è stata avviata, in collaborazione della funzione di valutazione rischi all’interno della Direzione Internal Auditing, “un’attività per la valutazione dei fattori di rischio di corruzione con l’obiettivo principale di definire un profilo di rischio la cui entità, (Alto, Medio, Basso), possa essere misurata e motivata in funzione di indicatori specificamente identificati”. In sostanza, sono state create una nuova metodologia di valutazione del rischio di corruzione e, sulla base di questo, una nuova procedura di valutazione dei rischi attraverso l’utilizzo di questionari che hanno permesso l’elaborazione di un profilo di rischio finale dei modelli operativi del Comune.

 

Redazione

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