(mi-Lorenteggio.com) Milano, 27 novembre 2018 – In Lombardia le imprese
eco-investitrici sono 61.650, quasi il 20% del totale nazionale.
Al secondo posto il Veneto (34.797 unità), poi il Lazio (32.545
imprese green), l’Emilia-Romagna a quota 28.270 e la Campania
con 26.176. A livello provinciale, Roma (25.082) e Milano
(21.547) sono in testa e staccano nettamente le altre province
italiane: con poco più di 9.000 imprese eco-investitrici si
collocano Torino, Napoli e Bari.
Questi i dati contenuti nell’approfondimento settimanale di
#LombardiaSpeciale, pubblicato sul sito
www.lombardiaspeciale.regione.lombardia.it, che emergono dal
Rapporto 2018 Green Italy, realizzato da Symbola e Unioncamere
(promosso in collaborazione con il Conai e Novamont, con il
patrocinio del Ministero dell’ambiente e della tutela del
territorio e del mare) per misurare e pesare la forza della
green economy nazionale.
E’ LA SFIDA DEL FUTURO – “La Lombardia – ha commentato
l’assessore regionale all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo –
è la Regione leader, in Italia e in Europa, per i cosiddetti
green jobs e per le aziende eco-investitrici che danno valore
aggiunto al sistema di sostenibilità che è già in atto. Questa
peculiarità che non nasce oggi, ma affonda le sue radici in una
consapevolezza diffusa che è tipica del nostro territorio ed è
la conferma che l’impianto non solo funziona, ma conviene perché
la sostenibilità ambientale coinvolge il sistema economico, la
competitività e produce valore. È la sfida del futuro e chi
saprà cogliere le opportunità che ne derivano riuscirà ad
attestarsi sempre di più sulla cresta dell’innovazione”.
LA GREEN ECONOMY COINVOLGE 1/4 DELLE AZIENDE – È la green
economy italiana, che coinvolge ormai 1/4 del totale delle
aziende e che racconta, per queste aziende, di un dinamismo sui
mercati esteri nettamente superiore al resto del sistema
produttivo italiano.
123.380 CONTRATTI, LOMBARDIA LEADER – Quanto ai contratti
relativi a green jobs la cui attivazione è prevista per il 2018,
in testa c’è di nuovo la Lombardia, dove se ne contano 123.380,
pari a poco più di un quarto del totale nazionale (26,1%);
seguita da Emilia-Romagna (45.562), Lazio (45.480), Veneto
(42.654) e Piemonte (38.869). La graduatoria provinciale, poi,
rispecchia quanto riscontrato a livello regionale. Ad occupare
le prime venti posizioni sono, infatti, quasi tutte province
settentrionali.
MILANO DAVANTI A TUTTI – Scendendo nel dettaglio, Milano occupa
il primo posto con circa 63.200 unità (raccogliendo il 13,4%
della domanda complessiva nazionale di figure green), seguita da
un’altra grande realtà, Roma, dove la richiesta di green jobs
raggiunge quasi le 37.600 nuove attivazioni (il 7,9% del totale
nazionale). Dietro, Torino, con quasi 23.500 nuovi contratti
(5,0%), e Napoli, con quasi 16.800 contratti. Ma si posizionano
nella top ten della classifica anche Brescia e Bergamo, dove la
domanda di green jobs supera sempre e abbondantemente le 10.000
unità. In termini di incidenza di figure professionali green sul
totale di quelle previste in entrata nel 2018, la testa della
classifica include solo province del Nord: Milano, in prima
posizione, con un 15,2%, seguita da Torino (14,5%), Monza
(13,9%), Bergamo (13,4%) e Brescia (12,8%).
IN LOMBARDIA OLTRE IL 25% DEL VALORE AGGIUNTO PRODOTTO IN ITALIA
– Come nelle precedenti edizioni del Rapporto GreenItaly, a
partire da questi dati sull’occupazione è stato stimato il
contributo dei green jobs al prodotto lordo del Paese. Il valore
aggiunto prodotto che si ottiene è nel 2017 di 197,2 miliardi di
euro, pari al 12,8% del totale complessivo, con un ranking
regionale stilato in base al valore di questa quota che vede la
Lombardia e il Trentino Alto Adige in testa, con una quota del
15,1%, seguite da Emilia-Romagna (14,2%), Valle d’Aosta (13,6%),
Molise (13,4%) e Lazio (13,3%). La Lombardia è anche la regione
in cui si concentra più di un quarto (precisamente il 25,1%) del
totale del valore aggiunto prodotto da green jobs nel Paese, con
una incidenza superiore rispetto al caso del valore aggiunto
complessivo (rispetto al quale la Lombardia contribuisce per il
21,9% al dato nazionale).
Redazione
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