(mi-lorenteggio.com) Milano, 06 novembre 2018 – “Presso il Presidio Ospedaliero San
Carlo di Milano risulta attiva non una Terapia Intensiva
Neonatale, bensì 5 posti letto di Patologia
Neonatale-Neonatologia all’interno della Pediatria, collocati
all’interno di un’area dedicata e regolarmente accreditata al
secondo piano del presidio stesso, al fine di garantire la
massima sicurezza”.
Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia,
Giulio Gallera, rispondendo a un’interrogazione oggi in
Consiglio regionale in merito alla terapia intensiva neonatale
dell’Ospedale San Carlo di Milano.
REQUISITI AL TOP – “In occasione dei lavori di ristrutturazione
dell’area in questione – ha spiegato Gallera – risultando non
dettagliati dalla normativa i requisiti strutturali (non quelli
tecnologici) specifici per l’attività di Patologia
Neonatale-Neonatologia, al fine di garantire il massimo della
sicurezza sono stati applicati quelli previsti per l’assistenza
intensiva neonatale in quanto ritenuti più sicuri e adeguati
alla tipologia di attività svolta. Tale impostazione, condivisa
allora anche con ASL Città di Milano ha determinato la necessità
di procedere all’acquisizione delle dotazioni tecnologiche”.
NUMERI IMPORTANTI – Per quello che riguarda l’entità e la
tipologia di attività del Blocco Parto del Presidio Ospedaliero
San Carlo, l’assessore ha sottolineato che si tratta di “un
numero medio di parti compreso tra 1.200 e 1.300 all’anno, e del
Pronto Soccorso Pediatrico e Ginecologico/Ostetrico, un numero
medio di accessi pediatrici/anno di circa 13.000”, erano stati
13.358 nel 2017. Queste cifre, ha proseguito Gallera, “hanno
imposto all’ASST di dotare l’Unità Operativa di Pediatria della
tecnologia necessaria alla stabilizzazione dell’acuzie
pediatrica e neonatale: le acquisizioni devono essere, pertanto,
intese quale integrazione necessaria ad una gestione in
sicurezza e clinicamente coerente dei casi critici che si
presentano durante le normali attività del presidio”.
NUOVE APPARECHIATURE – “Sono state quindi acquisiti – ha
spiegato l’assessore -, in linea con l’attività clinica di
neonatologia, un ecografo dedicato all’area
pediatrica/neonatologica, quattro apparecchiature denominate
‘ventilatori neonatali’ e tre per erogazione di ossigeno terapia
ad alto flusso. Tutte acquisite e utilizzate per l’assistenza
intensiva neonatale”. Infine, Gallera ha ricordato come “nel
solo 2017 sono stati 320 i bambini che hanno avuto accesso
Patologia neonatale con una media di 6 giorni di degenza”.