Presentato da Mario Breglia il quarto rapporto che riguarda cinque Paesi europei: calano le costruzioni,ma, crescono i servizi immobiliari
(mi-lorenteggio.com) Milano, 27 ottobre 2018 – A fronte di una perdurante crisi del settore costruzioni, cresce l’importanza – e il fatturato – dei servizi immobiliari, prevalentemente destinati al non residenziale, ma in rapida salita anche in questo settore. E il gap che ancora ci divide, in questo campo, dalla media dei quattro Paesi più importanti d’Europa – Germania, Francia, Regno Unito, Spagna – si sta colmando: il settore dei servizi legati all’immobiliare (dalla gestione, alla consulenza, fino all’intermediazione) è cresciuto più della media europea. Così Mario Breglia alla presentazione (all’Hotel Principe di Savoia) a Milano del quarto Rapporto di Scenari Immobiliari “I servizi immobiliari in Italia e in Europa”. Con oltre 400 miliardi di euro costituiscono una percentuale importante del fatturato complessivo del costruito che ha un peso nei Pil europei mediamente del 18,5%; le imprese che si dedicano ai servizi immobiliari sono 945.000 con 1,76 milioni di addetti cui si aggiunge l’indotto con oltre 730.000 unità.
La ripartizione del fatturato tra i diversi servizi riflette in modo abbastanza lineare le proporzioni nel numero di addetti, secondo Scenari Immobiliari. Property e Facility management realizzano insieme circa la metà del fatturato dei servizi immobiliari, confermando una maggiore omogeneità tra i diversi Paesi. L’Asset management genera circa il 23% del fatturato dei servizi, con una presenza più organizzata in Francia e nel Regno Unito. Il Project management risulta più strutturato nel Regno Unito e in Germania, dove sono presenti società più grandi ed è più diffuso l’uso di sistemi tecnologici più avanzati. In Italia è molto forte invece l’attività di intermediazione immobiliare, con la quota di fatturato del settore Agency pari al 18%, inferiore solo alla Spagna, dove il peso dei servizi di intermediazione è pari circa a un quarto del totale dei servizi. Tale quota è minore negli altri Paesi, compresa tra il 6% della Germania e il 14%. Advisory e Valuation, infine, sono i settori che evidenziano il gap più ampio tra i Paesi considerati, sia in termini di dimensioni che di professionalizzazione delle società.
Il profondo cambiamento che vive il settore immobiliare – ha detto Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – sta modificando anche la domanda, rendendola più evoluta, sempre più attenta alle innovazioni e alla qualità dei beni e dei servizi. Il valore di un immobile si misura sempre di più sulla base della sua capacità di generare reddito e di conseguenza di rispondere alle attuali esigenze funzionali, in tutti i settori, dalla residenza al terziario, dal retail alle funzioni alternative. Questo percorso ha portato anche a una trasformazione del processo di gestione dell’edificio, con un incremento di complessità e specializzazione.
Un panel di commenti e testimonianze ha seguito il Rapporto, con interventi di Lorenzo Barbagli (Business Development – Prelios Integra), Marina Concilio (amministratore delegato – Agire), Stephen Coticoni (Chairman & Ceo Advisory – BNP Paribas Real Estate), Carola Giuseppetti (consigliere e direttore generale – Sidief), Alessandro Mazzanti (Chief Executive Officer Italy – CBRE), Micaela Musso (Direttore Generale – Abaco Team), Alessandro Pasquarelli (Amministratore Delegato – Yard), Joachim Sandberg (Head of Italy and Southern Europe Region – Cushman & Wakefield), David Vichi (amministratore delegato – Revalo).
B. S.