(mi-lorenteggio.com) Milano, 30 agosto 2018 – Il primo appuntamento della Stagione sinfonica 2018-19 de laVerdi è affidato alla bacchetta di Jader Bignamini, Direttore Residente dell’orchestra e reduce da un’applaudita “Traviata” con l’Opera di Roma a Tokyo. Ospite per la prima volta sul palco dell’Auditorium il talento internazionale del violoncellista Kian Solti.
Centrato sul rapporto tra musica e natura, il programma accosta il calore mediterraneo di Respighi e Finzi alle romantiche foreste di Weber e Schumann: sguardi diversi, spesso distanti nel tempo e lontani nello spazio, che indagano e scompongono la natura per ricreare in essa il loro mondo.
Così, accanto alla più celebre “I pini di Roma“ di Ottorino Respighi, ecco un’altra composizione dedicata a Roma, Nunquam, sinfonia romana del milanese Aldo Finzi, compositore italiano del ‘900, la cui carriera fu stroncata dalle leggi razziali.
Dalla Germania arrivano invece l’Ouverture da Il Franco Cacciatore di Carl Maria von Weber ambientato in una romantica foresta, e il travolgente romanticismo del Concerto per violoncello e orchestra di Robert Schumann affidato alla maestria tecnica e alla profondità di espressione del giovane violoncellista austro-persiano Kian Soltani.
La parola al Maestro Jader Bignamini:
“Avverto un grande senso di responsabilità nell’aprire in Auditorium la stagione sinfonica de laVerdi; ma su tutto in me prevale il grande onore unito alla gioia di ritornare in Auditorium con l’Orchestra nella quale ho iniziato. Sono molto legato ai Pini di Roma che ho diretto tante volte e in tutto il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti, davanti a un pubblico sempre entusiasta. Ricordo ancora il calore con cui la composizione fu accolta a Mosca e San Pietroburgo nel 2012 quando fu proposta durante quella fortunata tournée in Russia de laVerdi. Considero Respighi lo Strauss italiano per la sua vena melodica di grande impatto e l’orchestrazione così complessa, doti che lo fanno apprezzare sia ai neofiti che ai più esperti. Manterremo la spettacolarità e il fascino di questa orchestrazione che nell’’ultima parte in partitura prevede l’uso di sei “buccine” antiche trombe che oggi sono sostituite dai flicorni. Sono molto affezionato anche a Weber e al romanticismo della sua Ouverture e trovo che quello che lo accumuna in qualche modo a Respighi sia la vena melodrammatica, con una linea melodica semplice ma profonda. Oltre al celeberrimo concerto per violoncello e orchestra di Schumann che vedrà sul palco l’immenso talento di Kian Soltani, eseguiremo anche un capolavoro poco conosciuto di Aldo Finzi, compositore ebreo milanese la cui carriera fu stroncata dalle leggi razziali. La sinfonia con la sua partitura imponente e l’uso dell’Orchestra al gran completo conquisterà di certo il pubblico dell’Auditorium.”
Mostra
Al compositore Aldo Finzi e ai musicisti ebrei di Milano che subirono la persecuzione nazista laVerdi dedica la mostra “1938-XVI Aldo Finzi e la musica perseguitata” che inaugura giovedì 20 settembre alle ore 18 nel foyer del primo piano in Auditorium con il patrocinio del CDEC (Centro di documentazione ebraica contemporanea) e la collaborazione del Conservatorio di Milano.
Programma
Carl Maria von Weber Ouverture da “Der Freischütz” (Il Franco Cacciatore)
Robert Schumann Concerto per violoncello e orchestra in La minore op. 129
Aldo Finzi “Nunquam” Sinfonia Romana
Ottorino Respighi “Pini di Roma”
Der Freischütz (Il franco cacciatore) Ouverture
L’ opera romantica in tre atti “Il Franco cacciatore” che costò a Carl Maria von Weber
molti anni di lavoro, fu eseguita per la prima volta a Berlino il 18 giugno 1821, sotto la direzione dello stesso compositore, ottenendo una tiepida accoglienza. Il successo entusiastico e definitivo arrivò poco dopo, a Vienna.
Ancor più celebre dell’opera, che viene ancora oggi regolarmente rappresentata in Germania, è l’Ouverture in Do maggiore dove nell’introduzione Weber sfodera una di quelle trovate che vengono definite con il termine improprio ma efficace di “gesto sonoro” inteso come evento che si impone subito all’attenzione dell’ascoltatore. Il grande gesto sonoro dell’ouverture è il dialogo dei quattro corni accompagnati dagli archi, che definisce subito l’ambiente boschivo e popolaresco dell’opera.
Concerto in La minore per violoncello e orchestra op.129
Nel 1850 Robert Schumann attraversava un periodo non facile. Sia perché aveva iniziato a dare segni dello squilibrio mentale che lo avrebbe poi portato alla morte, sia perché professionalmente aveva ricevuto poche gratificazioni. La decisione di “cambiare aria” trasferendosi da Dresda a Dusseldorf insieme alla moglie Clara per assumere il posto di direttore dei concerti e della società corale della località produsse effetti benefici sull’attività creativa del compositore che in quel periodo compose anche la sinfonia “Renana”.
Schumann iniziò a scrivere il Concerto per violoncello e orchestra il 10 ottobre 1850; la bozza fu pronta in sei giorni e l’intera orchestrazione fu completata dopo altri otto giorni. Più che di un concerto per violoncello e orchestra si può dire che si tratti di un concerto per violoncello con accompagnamento di orchestra, in quanto lo strumento solista assurge a ruolo di protagonista e afferma le sue prerogative in modo preponderante su un’orchestra dalle sonorità plasticamente morbide e soffuse di delicata malinconia, che si ritroveranno poi anche in Brahms, il più fedele continuatore del sinfonismo schumaniano.
“Nunquam” Sinfonia Romana
La produzione orchestrale di Aldo Finzi è la parte più corposa del suo repertorio. Nunquam è il penultimo dei suoi cinque poemi sinfonici e come l’ultimo (Danza) fu composto poco prima della promulgazione delle leggi antisemite del 1938.
Il brano venne presentato da Finzi nel 1935 a un concorso indetto a Sanremo per la composizione di un brano ispirato alla figura di Cesare Augusto. Lo stesso lavoro venne inviato due anni più tardi, nel 1937, alla Regia Accademia di Santa Cecilia a Roma con il titolo I trionfi. Ma la prima esecuzione assoluta del brano risale al settembre del 2000 in occasione dell’Estate Musicale di Portogruaro, diretto da Dimitri Yablonsky.
“Comporre in Italia un poema sinfonico di argomento romano, nel 1935, all’indomani dei trionfi respighiani presuppone doti di ardimento non comuni. Aldo Finzi (1897-1945) compositore milanese di ricca tempra, colpito dalle leggi razziali nel 1938 e scomparso in clandestinità nemmeno tre mesi avanti la liberazione dell’Italia del Nord, ardimento – umano e artistico – ne disponeva; (…) Nunquam, Sinfonia Romana è una non estesissima pagina di vigorosa animazione composta nel 1935; essa esibisce alti valori nella qualità delle idee e nell’orchestrazione sontuosa integrandosi con piglio originalissimo nell’anima musicale italiana e delle correnti europee portanti (Umberto Padroni)
“Pini di Roma” poema sinfonico per orchestra
Tra i compositori italiani del primo novecento che propongono un rinnovamento del linguaggio musicale, Ottorino Respighi ha forse il maggior respiro culturale a livello europeo. Da Bologna, sua città natale, Respighi si trasferì a Roma nel gennaio 1913, dopo avere vinto il concorso per la cattedra di composizione presso il prestigioso Liceo di Santa Cecilia e dal fervore culturale romano di quegli anni trasse profonda ispirazione. Nel ciclo dei poemi sinfonici romani Respighi sfruttando le sue straordinarie doti di orchestratore, riporta le sensazioni provate nella visita della città di Roma. Il suo nome è da sempre legato ai tre poemi sinfonici dedicati alla città eterna: Fontane di Roma (1916) Pini di Roma (1924) e Feste Romane (1928).
Pini di Roma fu composto nel 1924 ed eseguito al Teatro Augusteo il 14 dicembre, direttore Bernardino Molinari. Un successo clamoroso, seguito da una diffusione internazionale altrettanto incontrastata e duratura quanto quella delle “Fontane”.
Anche qui come nelle altre sinfonie, Respighi riesce a coniugare il suo senso della natura, il suo interesse per l’animo e le tradizioni popolari e il gusto delle antiche forme liturgiche del Canto Gregoriano con vasti richiami alla contemporanea cultura musicale europea.
(Biglietti: euro 36,00/16,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).
Biografie
Jader Bignamini, direttore.
Scelto nel 1998 da Riccardo Chailly come clarinetto piccolo dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, inizia il suo percorso all’interno dell’Istituzione che lo vedrà passare dalle file dell’orchestra al podio, fino ad essere nominato nel 2010 Direttore Assistente e dal 2012 Direttore Associato. Nato a Crema, dopo gli studi al Conservatorio di Piacenza inizia giovanissimo a collaborare, anche come solista, con diverse orchestre e avvia contemporaneamente l’attività di direttore con gruppi da camera, orchestre sinfoniche e di enti lirici. Nell’autunno 2012 partecipa per il secondo anno consecutivo al Festival MiTo con la Messe Solennelle di Berlioz. Prosegue inoltre la sua intensa collaborazione con laVerdi dove dirige, oltre a quello inaugurale, svariati concerti con programmi lirici e sinfonici (Brahms, Cajkovskij, Glinka, Musorgskij, Prokofiev, Ravel, Respighi, Rimsky-Korsakov, Paganini, Piazzolla, Stravinskij, Vivaldi), sia a Milano che nella tournée in Russia (Cajkovskij Hall a Mosca e Glinka Philarmonic Hall a San Pietroburgo), collaborando con solisti quali Karen Gomyo, Francesca Dego, Natasha Korsakova, Kolya Blacher e Lylia Zilberstein. Seguono i debutti sinfonici in Giappone alla Biwako Hall di Otsu, in Brasile al Teatro Municipal di Sao Paulo, a Palermo con l’Orchestra Sinfonica Siciliana e a Firenze col Maggio Musicale. Inaugura poi il XXXIX Festival della Valle d’Itria con Crispino e la Comare, la XX Stagione Sinfonica de laVerdi con un programma verdiano e il Festival Verdi 2013 a Parma con Simon Boccanegra, a seguito del quale gli viene offerto dal Teatro Regio un invito triennale per il Festival. Tra gli impegni recenti, oltre ai numerosi appuntamenti sinfonici con laVerdi, tra i quali il verdiano Requiem, ricordiamo i Carmina Burana con la Filarmonica del Comunale di Bologna, La bohème al Municipal di Sao Paulo e al Teatro la Fenice di Venezia, L’elisir d’amore ad Ancona, Tosca al Comunale di Bologna, La forza del destino al Festival Verdi di Parma e La bohème al Filarmonico di Verona. Il 2015 lo ha visto protagonista di felici debutti come Cavalleria rusticana e L’amor brujo al Teatro Filarmonico di Verona, Aida al Teatro dell’Opera di Roma, Madama Butterfly al Teatro la Fenice di Venezia oltre al debutto americano con Rigoletto al Festival di Santa Fe in New Mexico, dove tornerà nel 2018 per una nuova produzione di Madama Butterfly. Reduce del successo americano ha quindi diretto un concerto al Teatro alla Scala di Milano con laVerdi per poi inaugurare anche la stagione autunnale all’ Auditorium di Milano con una serie di concerti sinfonici, la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi e un gala lirico sinfonico al Musikverein di Graz con il soprano Anna Netrebko. Il 2016 l’ha già visto protagonista a Francoforte per Oberto, conte di San Bonifacio, in tournée in Korea e Giappone per una serie di concerti con Anna Netrebko, a Tokyo con per una produzione di Andrea Chenier e al Teatro dell’Opera di Roma con un nuovo allestimento di Traviata con la regia di Sofia Coppola e i costumi di Valentino. I debutti del 2016: all’Arena di Verona per la produzione di Traviata nel cartellone estivo, al Rossini Opera Festival con Ciro in Babilonia per la regia di Davide Livermore, a Palermo con Madama Butterfly e al Bolshoi a Mosca con Manon Lescaut di Puccini con Anna Netrebko e Yusif Eyvazov, ancora a Verona (Dicembre, Teatro Lirico) con Turandot, oltre a Colonia e Amburgo per concerti. Nel 2017 debutta ne Il trovatore al Teatro dell’Opera di Roma e Francoforte e al Metropolitan di New York con Madama Butterfly. Nel 2018 sarà in Giappone ed è atteso all’Opera di Vienna.
Kian Soltani violoncello.
Kian Soltani è nato a Bregenz in Austria nel 1992 da una famiglia di musicisti persiani. Ha iniziato a suonare il violoncello all’età di quattro anni e aveva solo dodici anni quando è entrato a far parte della classe di Ivan Monighetti all’Accademia musicale di Basilea. Kian Soltani ha vinto il primo premio al “Internazionale Paulo Cello Competition 2013” di Helsinki, acclamato per la sua profonda passione musicale e la completa padronanza dello strumento.
Precedentemente aveva vinto il Concorso Internazionale di Violoncello Karl Davidoff in Lettonia e il Concorso Internazionale Antonio Janigro in Croazia. Nel 2013 l’Accademia Kronberg gli ha assegnato il Ungerer Music Prize Leyda.
Da ottobre 2014 è inserito nel programma Rising Stars presso l’Accademia Kronberg in Germania con Frans Helmerson. Kian Soltani è membro della prestigiosa “Anne-Sophie Mutter Foundation”.
All’età di 19 anni ha ottenuto un grande successo personale in occasione del debutto come solista nella Sala d’Oro del Musikverein di Vienna e alla Schubertiade di Hohenems.
Le sue apparizioni come solista e musicista da camera includono festival e concerti con orchestre e in sale importanti in Europa, Asia e Nord America.
Come solista, Soltani è apparso con i Solisti di Zagabria, il Georgian Chamber Orchestra, Arpeggione Chamber Orchestra, Sinfonietta Basilea, Latvian National Symphony Orchestra, Orchestra Sinfonica del Liechtenstein, Helsinki Philharmonic Orchestra, Tapiola Sinfonietta, Jyväskylä Sinfonia e l’Orchestra Filarmonica di Zagabria e ha collaborato con David Geringas, Zlatan Srzic, Sebastian Tewinkel, Ivan Monighetti, Florian Krumpöck, John Storgårds, Yasuo Shinozaki, Jukka Iisakkila e Peter Csaba.
I suoi più recenti progetti includono concerti di musica da camera con Daniel Barenboim e Martha Argerich, nonché con la Divan Orchestra West-Eastern in Europa e Sud America. Sarà solista con la Royal Liverpool Philharmonic con la direzione di Vassili Petrenko, e nuovamente con la West Eastern Divan Orchestra con il Don Chisciotte di Strauss, diretto da Daniel Barenboim.
Nel 2018 debutta con l’Orchestre de Paris e la direzione di Dohnanyi, con la SWR di Stoccarda, al Festival dello Schleswig-Holstein con la Basel Symphony diretta da Christoph Eschenbach, e al festival di Bergen con la Filarmonica di Oslo e tornerà alla Tonhalle di Zurigo e a Monaco di Baviera e alla Schubertiade a Vienna.
Kian Soltani suona un violoncello del 1680, dei fratelli Grancino, generosamente messo a disposizione dalla Merito String Instruments Trust.
Note biografiche di Aldo Finzi
Nato a Milano il 4 febbraio 1897 da antica famiglia ebrea originaria di Mantova amante della musica (una zia di Aldo Finzi, sorella del padre, fu celebre soprano: Giuseppina Finzi Magrini) studia al liceo Parini di Milano, laureandosi poi in giurisprudenza all’Università di Pavia mentre, contemporaneamente, si diplomava in composizione come privatista al Conservatorio S. Cecilia di Roma.
Ebbe ben presto successo e fama tra i giovani musicisti italiani e a 24 anni era divenuto uno degli autori le cui opere venivano pubblicate da Ricordi.
Nel 1937 viene bandito dalla Scala un concorso per un’opera nuova che si sarebbe eseguita nella successiva stagione: Finzi vi partecipò con “La serenata al vento” e uno dei membri della commissione giudicatrice gli preannunciò la conseguita vittoria nel concorso. Ma l’annuncio ufficiale, atteso per la primavera del 1938, non giunse mai, a causa delle leggi razziali che nel frattempo furono emanate anche in Italia. Finzi fu costretto a nascondersi e anche se continuò a comporre, per vivere si dovette accontentare di lavorare sotto falso nome: ad esempio sua è la traduzione ritmica delle “Beatitudini” di Franck in italiano, ma il suo nome non compare. Dopo una denuncia, le SS italiane cercano il Maestro Aldo Finzi, nell’alloggio in cui era nascosto il figlio. Per evitargli la cattura, il Maestro si consegna spontaneamente alle SS e riesce poi a comperarne il silenzio ed essere rilasciato.
Morto il 7 febbraio 1945, Finzi fu sepolto sotto falso nome e la moglie dovette attendere il dopoguerra e l’abrogazione delle leggi razziali prima di potere redigere un documento che le permettesse di riportare i resti mortali del compositore nella cappella di famiglia nel Cimitero Monumentale di Milano. Oggi riposa nel Famedio.