Alla Triennale di Milano la seconda edizione del Festival dei Diritti Umani

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    Dopo il successo della prima edizione torna, dal 2 al 7 maggio alla Triennale di Milano, il FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI, manifestazione pensata per sensibilizzare tutta la cittadinanza al tema sempre più centrale dei diritti umani spesso violati anche vicino a noi.

    Il FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI è organizzato da Reset-Diritti Umani, con il patrocinio della Presidenza della Camera dei deputati, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della Città Metropolitana di Milano, del Comune di Milano, dell’Ordine degli Avvocati di Milano e di Amnesty International. Il comitato di coordinamento e direzione è composto da Paolo Bernasconi, Giancarlo Bosetti e Danilo De Biasio, che ne è direttore.

    FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI – Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche.


    Il FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI, nella sua seconda edizione, vuole attirare l’attenzione sulla libertà d’espressione, sapendo che si tratta di un problema articolato, sempre più grave, come dimostrano le chiusure di giornali e le incarcerazioni di giornalisti, i vincoli imposti agli artisti e le abiure chieste agli scrittori, i limiti sollecitati per il web e i social network, accusati di fomentare odio e bullismo.

    In troppe nazioni manca totalmente o parzialmente il diritto a pensare, a parlare, a comunicare. È un diritto fondamentale perché comprende la possibilità di esprimersi senza essere censurati o addirittura rischiare la vita; la libertà di essere pienamente se stessi, rivendicando le proprie idee, convinzioni o stili di vita.

    La libertà d’espressione riguarda tutti gli individui, non fa distinzioni tra uomini e donne, tra chi è cittadino e chi non ha ancora i documenti per esserlo. La libertà d’espressione non ha frontiere, neppure in quest’epoca in cui la grandezza del mondo può essere rimpicciolita nello schermo del nostro smartphone. La libertà d’espressione è fatta di parole e azioni, di inchiostro e bombolette spray, di ricerca artistica e comportamenti individuali. Ma la libertà d’espressione non può essere invocata quando sdogana sberleffi, offese e odio.

    Il festival prevede incontri con gli studenti, organizzati con la collaborazione del CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti), proiezioni di documentari selezionati da Sole Luna Doc Film Festival, e una selezione di lungometraggi scelti da Vanessa Tonnini, programmer e direttrice artistica del Festival Rendez-Vous, dedicato al nuovo cinema francese. E, ancora, mostre, convegni, dibattiti e dialoghi con intellettuali e studiosi italiani e internazionali.

    Il festival inizierà martedì 2 maggio con la sezione EDU intitolata CONTRO IL BULLISMO: LIBERI DI ESSERE SE STESSI rivolta agli insegnanti e agli studenti delle scuole superiori, questi ultimi protagonisti attivi del festival. Alla proiezione del film Un bacio seguirà un incontro/dibattito con il regista Ivan Cotroneo, il Direttore del dipartimento Materno-Infantile -S.C. Pediatria FBF Luca Bernardo e con la senatrice Elena Ferrara.

    Sempre nella mattinata è previsto “Exponi le tue idee!” edizione straordinaria del contest nazionale di dibattiti tra scuole, promosso da WeWorld. Una sfida tra ragazzi e un manifesto per arginare il fenomeno del bullismo.

    Il primo appuntamento con la sezione TALK, nel pomeriggio, sarà con i giornalisti Ferruccio de Bortoli e Ahmet Insel che terranno una lezione sul tema GIORNALISMO A LIBERTÀ VIGILATA In contemporanea comincia la sezione DOC con i corti e i lungometraggi in concorso. Alla fine del talk ci sarà la Vernice di BEHIND ZIKA VIRUS, progetto fotografico di Mirko Cecchi, vincitore del contest #IoAlzoLoSguardo 2016. Interviene la giornalista Nicoletta Dentico. Con questo progetto Mirko Cecchi ha voluto affrontare il tema del diritto alla salute partendo da un argomento di attualità: la diffusione del virus Zika in Brasile. La giornata si concluderà con la proiezione di Clash dell’egiziano Mohammed Diab, primo appuntamento della sezione FILM.

    Mercoledì 3 maggio il Festival celebra la Giornata mondiale della Libertà della Stampa già dalla mattina con la proiezione del film Fortapàsc di Marco Risi e il dibattito con Arzu Geybulla giornalista azera, Paolo Borrometi giornalista minacciato dalla mafia, Luka Zanoni direttore Osservatorio Balcani-Caucaso. In un’altra sala saranno proiettate le video-inchieste di Giorgio Fornoni, Intervista a Anna Politkovskaja e Il calvario ceceno, con interventi dei giornalisti Giorgio Fornoni, Amalia De Simone, Andrea Riscassi, Laura Silvia Battaglia, Lorenzo Frigerio e Michele Albanese.

    Insieme a FNSI e Articolo21 il FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI organizza il convegno IL PERICOLO NON DOVREBBE ESSERE IL MIO MESTIERE. IL GIORNALISMO TRA CENSURE, MINACCE E GUERRE. Interverranno Giuseppe Giulietti Presidente FNSI, Rino Rocchelli e Elisa Signori genitori del fotoreporter Andy Rocchelli ucciso nel conflitto ucraino, Alessandra Ballerini avvocato, Anna Cataldi giornalista e scrittrice, Nadia Azhghikina Federazione Europea dei Giornalisti, Ahmet Insel giornalista turco, Paolo Borrometi,  Michele Albanese e Amalia De Simone giornalisti minacciati dalla mafia,  Anna Del Freo FNSI, Gabriele Dossena Ordine Giornalisti della Lombardia, Paolo Perucchini Associazione Lombarda dei Giornalisti.

    Al termine del convegno si potrà visitare la mostra “Dall’ultimo fronte. L’Ucraina di Andy Rocchelli e Andrej Mironov.” delle ultime foto di Andy Rocchelli, ucciso il 24 maggio 2014 insieme ad Andrej Mironov mentre documentavano la guerra in Ucraina.   Nonostante la delicatezza delle indagini tuttora in corso, la famiglia Rocchelli ha dato il suo consenso all’allestimento di una mostra che rende pubbliche alcune immagini recentemente trovate in una scheda della macchina fotografica usata da Andy Rocchelli.

    Per la sezione BOOK interverranno sui “Diritti umani e petrolio. Il caso Azerbaijan” gli ospiti Arzu Geybulla giornalista azera e Elena Gerebizza di Re:Common – associazione curatrice del graphic novel L’alleato azero.

    Alla sera proiezione del film The train of salt and sugar di Licinio Azevedo (Première italiana).



    Giovedì 4 maggio il programma prevede di parlare di hate speech e di come si possono combattere gli stereotipi. Alla mattina, con gli studenti, verranno proiettati i film #MyEscape di Elke Sasse e Nuovo Alfabeto Umano di Alessandro Mian e Alessandro Cattaneo, commentati da Alessandro Lanni giornalista, Karim Metref educatore, Khalid Chaouki deputato PD. Nell’altra sala un doppio appuntamento: il documentario Accademia della follia di Anush Hamzehian e l’incontro con Cristina Lasagni Psicoradio; poi la proiezione di Hate Radio di Milo Rau e l’incontro con Fausto Pocar giudice del Tribunale Penale Internazionale.

    Nel pomeriggio, in collaborazione con Radio Popolare e nell’ambito del progetto europeo Respect Words, si svolgerà il convegno SI PUÒ DIRE TUTTO SENZA FARSI MALE. APPUNTI PER UN NUOVO CODICE DEONTOLOGICO PER I GIORNALISTI. Interverranno: Alessandro Lanni giornalista, Marcello Maneri Università Milano-Bicocca, Paola Barretta Osservatorio di Pavia, Marco Di Puma Radio Popolare, Nadia Azhghikina Federazione Europea dei Giornalisti, Marco Bassini e Oreste Pollicino Università Bocconi, Martina Chichi Carta di Roma, Karim Metref educatore.

    Per la sezione BOOK ci sarà l’incontro “Era Obama. Adesso è Trump.” con Mario Del Pero, autore di Era Obama: Dalla speranza del cambiamento all’elezione di Trump.

    In serata ci sarà la premiazione in presenza della regista e la proiezione di Le ciel attendra di Marie-Castille Mention-Schaar, Premio Reset-DoC al Rendez Vous 2017.

    Venerdì 5 maggio il tema del mattino sarà CYBERBULLI E CYBERPUPE: LIBERTÀ E LIMITI NEL WEB. La proiezione del film Un bacio di Ivan Cotroneo sarà seguita dagli interventi di Angelo Marcello Cardani presidente AGCOM, Giovanni Ziccardi Università Statale di Milano, Silvia Belloni Ordine degli Avvocati Milano.

    Si terranno inoltre due lezioni interattive: una a cura di Robert F. Kennedy, Human Rights Italia, con Valentina Pagliai, l’altra a cura di Parole O_Stili, con Rosy Russo e Vera Gheno.

    Nel pomeriggio, Ella Kesaeva copresidente di La voce di Beslan, Assa Traoré sorella di Adama, vittima della polizia francese, Cristina Cattaneo Direttore Labanof interverranno nel dibattito IL SILENZIO DEI POTENTI. LA PAROLA DELLE DONNE.

    Per la sezione BOOK interverranno su “Il libro da non nascondere” gli ospiti Angela Gui, figlia di Gui Minhai e attivista Marco Del Corona, autore di Un tè con Mo Yan e altri scrittori cinesi.

    Seguirà in serata la proiezione del film Free to run di Pierre Morath (Première italiana).

    Sabato 6 maggio sul tema A COSA SERVE L’ARTE SE NON CAMBIA LO STATO DELLE COSE? interverranno il maestro Michelangelo Pistoletto, il giovanissimo Achilleas Souras autore di “S.O.S. – Save Our Souls” e la street artist Alice Pasquini. In esclusiva per il Festival dei Diritti Umani si potrà vedere l’intervista a Ai Weiwei sulla libertà d’espressione nell’arte.

    Nel pomeriggio ci sarà la proiezioni di Herat dream team di Stefano Liberti e Mario Poeta  (première italiana, prodotto da Cospe Italia 2017) e l’incontro Sognando Beckham in Afghanistan: ragazze, calcio e diritti sotto assedio, con Malalai Joya e Stefano Liberti.

    Come cambiano i diritti umani dove comanda la criminalità e la corruzione? È l’argomento che svilupperanno nel pomeriggio padre Alejandro Solalinde, sacerdote messicano minacciato dai narcos e Francesco Greco, Procuratore capo di Milano. Padre Alejandro Solalinde, candidato al Nobel per la Pace 2017, è stato ripetutamente minacciato di morte, anche recentemente per essersi schierato con la giornalista Miroslava Breach, uccisa pochi giorni fa in Messico. Nel suo libro che uscirà il 4 maggio, I narcos mi vogliono morto. Messico, un prete contro i trafficanti di uomini (Editrice Missionaria Italiana), padre Solalinde si racconta anche come difensore dei migranti respinti da Trump.

    Alla sera verrà proiettato il film Soy nero di Rafi Pitts (Première italiana).

    Domenica 7 maggio, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Milano, si svolgerà l’incontro TUTTA MIA LA CITTÀ: UN AIUTO CONCRETO AI RIFUGIATI. Lo Special Rapporteur delle Nazioni Unite per i Difensori dei Diritti Umani Michel Forst verrà a spiegare l’urgenza di una campagna internazionale in loro difesa, insieme a Francesco Martone Un ponte per, Fabrizio Petri Presidente del Comitato Interministeriale Diritti Umani, Remo Danovi Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano e l’attivista Angela Gui, figlia di Gui Minhai.

    Seguirà la presentazione di WeWorld Index 2017 e la proiezione del documentario Human Rights Defenders Uganda di Soleterre.

    Sempre più stretto il rapporto del festival con Sole Luna Doc Film Festival che, anche per questa edizione, cura la rassegna DOC del Festival dei Diritti Umani. Durante i giorni del festival verrà proposto agli spettatori il meglio del cinema del reale internazionale: 19 in concorso e 3 fuori concorso per il programma EDU. Nel comporre la rassegna è stato seguito il filo narrativo-antropologico e, grazie al gran numero di iscrizioni pervenute, non è stato difficile fare una selezione esauriente, all’insegna dell’equilibrio tra importanza del racconto e valore della regia.

    Novità di quest’anno: in palio per i documentari oltre al Premio della Giuria anche il Premio Reset-Diritti Umani.

    Alla sera, da martedì 2 a sabato 6 maggio, verranno proiettati film provenienti da importanti rassegne internazionali. Cinque autori, dai codici visivi inaspettati e molto personali, quali: l’African Western di un veterano del cinema del Continente Nero, il thriller mozzafiato che fotografa il caos dell’Egitto post-Mubarak, il documentario sulla corsa come atemporale inno di libertà, il film sul tema dell’adolescenza oggi e il pericolo della radicalizzazione jihadista, e il road movie sulla lotta disperata per la conquista dell’identità.

    Tre première italiane: Comboio de sal e açúcarThe train of salt and sugar regia Licínio Azevedo (3 maggio); Free to run regia Pierre Morath (5 maggio); Soy nero regia Rafi Pitts (6 maggio). Il 4 maggio: la regista Marie-Castille Mention-Schaar ritirerà il Premio Reset-DoC al Rendez Vous 2017 per il suo film Le ciel attendra.

    Due festival e un filo rosso che li unisce: i diritti umani. Con questa edizione comincia anche la collaborazione tra Festival dei Diritti Umani e Mediterraneo Downtown, il primo festival interamente dedicato alla scena contemporanea mediterraneo che si terrà a Prato dal 5 al 7 maggio. I due appuntamenti hanno stretto una collaborazione sui contenuti e avranno ospiti in comune: Ahmed Nàgi, Nadia Azhgikhina e Arzu Geybulla.

    I promotori di Mediterraneo Downtown sono Cospe onlus, Comune di Prato, Regione Toscana, Libera, Amnesty International e Legambiente.

    Il progetto grafico della seconda edizione del Festival dei Diritti Umani è realizzato dallo Studio Cerri e Associati.

    L’ingresso al Festival dei Diritti Umani è libero, fino ad esaurimento posti.

    Reset-Diritti Umani è un’associazione non profit, nata a Milano nel 2015 per diffondere la conoscenza e la cultura dei diritti umani attraverso il Festival e altre iniziative. L’associazione è presieduta dall’avvocato del Foro di Lugano, Paolo Bernasconi – da anni attivo sul fronte della difesa dei diritti umani – e ha come Segretario generale Giancarlo Bosetti, direttore dei Reset-Dialogues On Civilizations. Annovera inoltre tra i suoi fondatori Piergaetano Marchetti, presidente della Fondazione Corriere della Sera, Francesco Micheli – ideatore di MiTo – e Danilo De Biasio, già direttore di Radio Popolare.

    www.festivaldirittiumani.it

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