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Milano. Carey Bernitz riconfermata presidente della congregazione milanese Beth Shalom

(mi-lorenteggio.com) Milano 13 Luglio 2015 – Carey Bernitz, imprenditrice milanese, è stata riconfermata nei giorni scorsi presidente della congregazione ebraica reform di Milano Beth Shalom. Resterà in carica per i prossimi due anni.

La Congregazione Ebraica Riformata Beth Shalom è stata fondata nel 2002 a Milano, per offrire una forma nuova e alternativa di ebraismo in Italia. Fa parte della “European Region” della “World Union for Progressive Judaism” che rappresenta di gran lunga l’organizzazione religiosa ebraica più diffusa nel mondo. Beth Shalom, come altre comunità italiane a Firenze, Roma, non ‘ortodosse’, vive senza una lira di denaro pubblico, senza otto per mille o altri tipi di finanziamenti pubblici.

L’ebraismo reform progressive italiano comincia nel 1999, e si sviluppa sino al marzo del 2001 alla nascita dell’Associazione Ebraismo Progressivo separandosi ufficialmente dall’associazione Keshet, che rappresenta a Milano una parte dell’ebraismo laico e umanistico. Dal 2001 è attiva a Firenze Shir Hadash la seconda sinagoga riformata in Italia. Nel 2014 è stata ufficialmente fondata la sinagoga Beth Hillel di Roma. A Torino da qualche tempo è attivo il gruppo Beth Israel, ma in moltissime città di tutta l’Italia nascono nuove realtà reform.

“Ritengo che l’interpretazione dell’ebraismo nella vita di tutti i giorni, così come i nostri impegni nei riguardi di Dio e della Torah, siano in continua evoluzione – ha detto Carey Bernitz – Senza dimenticare in alcun modo la nostra tradizione millenaria in un mondo che cambia rapidamente, daremo il nostro contributo solo ad un dialogo armonioso con chiunque. Soprattutto con gli ebrei laici. A livello europeo, in Francia, Germania, Inghilterra, cosi come in Israele, il dialogo con gli ebrei ortodossi è iniziato da tempo. Siamo consapevoli – ha aggiunto Carey Bernitz – che fra ebrei ortodossi ( soprattutto il monolitico establishment ortodosso) ed ebrei riformati esistono ancora differenze profonde, ma vi sono molti ambiti in cui stiamo lavorando assieme con rispetto reciproco e sulla base di un grande senso di unità. All’interno delle nostre sinagoghe tutti i membri condividono pienamente a tutti gli effetti, gli ideali della pratica ebraica. Tutti siedono insieme, donne e uomini. In Italia, come nel resto del mondo, non credo che via sia un problema demografico dell’ebraismo, quanto di partecipazione alla vita comunitaria, ai fatti religiosi, alla realtà della società. Dio ci ha dato la legge che ha ispirato i grandi principi dell’agire umano ed ebraico – ha concluso Carey Bernitz, presidente di Beth Shalom – Senza alcun desiderio di polemica, perché riteniamo concretamente l’unità nell’ebraismo fondamentale, vorremo riaffermare che dobbiamo riflettere sul futuro dell’ebraismo perché cambiano le epoche, cambiano le condizioni di vita, cambiano gli atteggiamenti. Non possiamo affrontare un argomento così importante e fondamentale per noi parlando di rifiuto di ogni tipo di discriminazione e poi scandalizzarsi con ironia per i matrimoni gay o per le preghiere nelle sinagoghe senza alcun divisorio tra uomini e donne”.

V.A.

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