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A Pieve Emanuele e Noviglio attivi i servizi dell’Associazione Donne insieme contro la violenza

(mi-lorenteggio.com) Pieve Emanuele, 19 aprile 2015 – E’ questo il nome di un’associazione onlus nata a Pieve Emanuele nel 1998 che nel 2012 ha aperto una seconda sede a Noviglio grazie alla disponibilità e sensibilità di un gruppo di volontarie, decise ad imbarcarsi in questo percorso d’aiuto, ben consce delle difficoltà che ciò avrebbe comportato. Seguendo l’esempio delle volontarie di Pieve Emanuele, questo gruppo di coraggiose ne ha dapprima ascoltato i consigli e le indicazioni, per poi frequentare un corso di preparazione durato parecchi mesi che desse loro le competenze necessarie per intraprendere il difficile cammino. Alcune non ce l’hanno fatta : l’impatto emozionale derivante dalla conoscenza di una simile realtà era più di quanto si sentissero di sopportare. Ma la maggior parte è andata avanti, e così l’iniziativa ha preso il via, grazie anche al contributo economico della Cassa Rurale ed Artigiana di Binasco.

 Il centro, che garantisce assoluto anonimato, tanto che persino l’indirizzo è segreto, funziona attraverso un centralino aperto 24 ore su 24. Negli orari stabiliti rispondono due operatrici, mentre negli altri è attiva la segreteria telefonica, cui si può lasciare un recapito , con la certezza di essere comunque richiamate. I numeri sono 0290422123 per Pieve Emanuele, 029055319 per Noviglio.

Naturalmente chiunque può chiamare, non è necessaria l’appartenenza fisica ad uno dei due comuni, anzi spesso le richieste arrivano da paesi vicini, una volta ne arrivò persino una dalla Puglia: la vittima, dopo essere stata ascoltata, fu indirizzata per un aiuto più concreto al centro locale viciniore. Che cosa chiedono di solito le donne? Quando telefonano non sono quasi mai al primo impatto con l’atto violento, perchè il periodo medio di attesa tra questo e la chiamata si aggira sugli 8 anni. Sì, 8 anni in cui la donna sopporta, spesso colpevolizzandosi, ciò che non dovrebbe esistere, e che invece purtroppo si nasconde in famiglie talvolta insospettate. La violenza è spesso fisica, brutale, e può sfociare negli episodi estremi che ultimamente costellano le cronache quotidiane, ma è anche, come recita la locandina dell’associazione

“Tutto ciò che limita la libertà, che ferisce, umilia e mortifica la donna”. Il primo contatto telefonico si conclude di solito con un appuntamento per un incontro di persona, per cercare di comprendere i termini del problema. Spesso, anzi quasi sempre, si tratta di donne confuse da anni di soprusi, assolutamente prive di autostima, abituate a veder minimizzati i loro problemi anche nella famiglia d’origine, che preferisce negarli piuttosto che farsene carico. La pazienza e la disponibilità delle operatrici riesce comunque a mettere in luce le componenti cruciali del problema, magari con una serie di più colloqui, e a questo punto offre, a titolo assolutamente gratuito, una serie di consulenze, fino a cinque, di carattere psicologico e/o legale, che possano offrire reali possibilità di soluzione. Il tutto avviene, è bene sottolinearlo, nell’anonimato più assoluto, con totali garanzie di riserbo e rispetto, mettendo al centro la donna , senza mai sostituirsi a lei nelle decisioni e nelle scelte, ma dandole gli strumenti perché queste siano le più adatte al suo vissuto e alle sue esigenze.

A Milano esiste anche un centro di rieducazione per uomini maltrattanti: è assolutamente anonimo e funziona con modalità analoghe. Fondamentale la decisione motivata di parteciparvi: nessuno può esservi obbligato, altrimenti la cosa non avrebbe senso. Anche qui il primo contatto avviene telefonicamente, allo 0287168243.

E’ possibile contattare anche in rete le associazioni di Pieve e di Noviglio, rispettivamente su info@donneinsieme.org e centrodonna@comune.noviglio.mi.it .

Fondamentale è subito apparso il problema della prevenzione, che nasce soprattutto da un’educazione corretta ai valori della reciproca comprensione e tolleranza, alla capacità di risolvere i problemi ricorrendo al dialogo anziché alla prevaricazione, all’accettazione del più debole e del diverso. L’associazione sta così portando avanti un’iniziativa nella scuola media, che vede la presenza in classe di una psicologa che guida i ragazzi in questo percorso, calandosi poi nelle problematiche più personali tramite uno sportello di ascolto aperto sia agli allievi, sia ai loro genitori. Piccoli passi, che possono evitare future tragedie.

Donne insieme contro la violenza affronta il problema anche facendo sapere che esso esiste, e che esistono modi per combatterlo. Organizza così conferenze e incontri mirati, ma anche rappresentazioni teatrali, mostre d’arte e rassegne poetiche, perché, come dice la coordinatrice di Noviglio, Alida, attraverso la bellezza il male e il buio possano allontanarsi dalla vita, specie quella di noi donne.
Valeria Acquarone

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