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Lavoro. Nella città metropolitana l’occupazione arriva via web. Nell’ultimo anno oltre 109mila richieste, +25%

(mi-lorenteggio.com) Milano, 16 aprile 2015 – Come è cambiata la richiesta di occupazione nell’area metropolitana in vista di Expo. Quali le professionalità e i servizi più richiesti. A queste e altre domande sull’evoluzione del lavoro a Milano ha risposto il III Rapporto sul Mercato del Lavoro "Le Imprese e il Lavoro – Focus su Milano e Area Metropolitana" presentato oggi a Milano, presso Sala Alessi di Palazzo Marino, dall’Assessore alle Politiche per il Lavoro e Sviluppo Economico Cristina Tajani con i rappresentanti della Fondazione Obiettivo Lavoro.

“Questo III Rapporto sul mercato del Lavoro dimostra come, all’interno della città metropolitana, sia in corso una trasformazione sia del tessuto imprenditoriale che della tipologia di personale richiesto. Sempre più spazio alle imprese di servizi e legate alle tecnologie 2.0, infatti la figura più richiesta è quella di analisti software, e meno all’industria”. Così l’assessore alle Politiche per il Lavoro e Sviluppo Economico Cristina Tajani che ha aggiunto: “E’ interessante il dato sul trend in crescita degli annunci pubblicati su web negli ultimi due anni. Il rapporto indica che a gennaio 2015 si registrava un +31% rispetto all’anno precedente, e a febbraio +25%, segnali che suggeriscono ai giovani nuovi canali di ricerca del lavoro anche grazie al web possono garantire maggior trasparenza e dinamicità.”

“Il III Rapporto Impresa e Lavoro – sottolinea Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione Obiettivo Lavoro – mostra com’è cambiato, anche a seguito alla crisi, il rapporto tra grandi, medie e piccole aziende rispetto all’occupazione e permette di comprendere quali sono i profili professionali maggiormente ricercati dalle imprese, per quali settori e rami aziendali, quali siano le skill e le competenze più richieste, quale valore venga attribuito all’esperienza ed alla versatilità”.

Il rapporto, che prende in considerazione i dati di tre serie storiche a partire dal 1996, evidenzia come a fronte di un costante calo di richiesta di addetti nel settore industriale (che tocca un picco con -18,6% nell’ultimo periodo considerato, che arriva al 2011), altri settori, come quello del commercio e degli alberghi, abbiano visto nello stesso periodo un sostanziale rialzo (+18,6%). Ma è il settore dei servizi a farla da leone con un +63,3%.

Sono il 95% le aziende che si rivolgono ad agenzie esterne per la ricerca di personale qualificato. Tra le motivazioni: la flessibilità organizzativa, accesso a competenze specialistiche, riduzione dei costi e investimenti richiesti, nonché focalizzazione sulla ricerca di specifiche attività strategiche per l’azienda.

Fondamentale per la ricerca di personale e lo sviluppo dell’azienda è la rete. E’ infatti oltre il 64% delle imprese che si rivolge ai social media, Facebook e Linkedin soprattutto, per reclutare, aumentare il grado di collaborazione, stimolare l’innovazione interna e stimolare il coinvolgimento delle risorse umane.

Le figure professionali più richieste sono quelle tecniche (31%), le intellettuali e scientifiche (25%) e le impiegatizie (17%), seguiti dalle professioni commerciali qualificate (13%), artigiani e operai specializzati (5%), conduttori di impianti (4%), professioni non qualificate (3%) e profili dirigenziali (2%).

Tra le professioni più richieste dal web gli analisi e progettisti di software (oltre 6mila annunci), i tecnici della vendita e della distribuzione (4.600) , i commessi vendite al minuto (3.700), i tecnici programmatori (3.500), contabili (3.300). Il settore dei servizi è il più presente negli annunci (oltre 51 mila con una quota del 53%) seguito dall’industria con il 25% e circa 24 mila annunci.

E’ interessante notare come gli annunci lavorativi prevedano per il 65% dei casi contratti a tempo determinato, 12% stage, 12% permanenti, 4% autonomi. Nello specifico, i contratti temporanei sono caratterizzati da un 47% di contratti a tempo determinato, 46% in somministrazione e il restante 7% a progetto. In quelli permanenti, il 75% è a tempo indeterminato e il restante 25% di apprendistato.

Redazione

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