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LOMBARDIA. APREA, LAVORO: PER LA ‘FRANCO TOSI’ FAREMO TUTTO IL POSSIBILE

Milano, 02 febbraio 2015 –  "La ‘Franco Tosi’ è un gioiello della produzione lombarda. Il nostro obiettivo è piena occupazione e piena produzione". Lo ha detto l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea, questa mattina, intervenendo, in diretta, alla trasmissione ‘Orario continuato’, in onda su Telelombardia. FAREMO TUTTO IL POSSIBILE – "Abbiamo sempre chiesto al Ministero azioni rapide, trasparenti e in grado di dare soluzione ai problemi industriali e occupazionali – ha precisato Aprea -, mettendo a disposizione tutti gli strumenti di politiche industriali e del lavoro di Regione Lombardia. Faremo tutto quello che si può fare e, anzi, di più".

AZIENDA STORICA CON 345 DIPENDENTI – La storica azienda di lavorazioni meccaniche con sede a Legnano (Milano), specializzata nella produzione di macchine per generare energia elettrica, ha 345 dipendenti in amministrazione straordinaria dal 28 settembre 2013, a seguito della dichiarazione di insolvenza pronunciata il 24 luglio 2013 dal Tribunale di Milano.

LA FIOM: MINISTERO HA PERSO UN ANNO E 20 MLN – La situazione occupazione è particolarmente critica in quanto, come ha sottolineato Mirco Rota, segretario regionale Fiom Lombardia, presente in trasmissione, "Il Ministero dello Sviluppo economico ha perso tempo prezioso, con una gestione dal mio punto di vista dannosa, e gettato via 20 milioni di euro del Ministero del Tesoro, soldi di tutti gli Italiani, senza risolvere nulla".

ULTIMA OFFERTA TAGLIA 135 POSTI DI LAVORO – "Anzi – ha proseguito Rota – sono stati scoraggiati coloro che volevano subentrare: un anno fa c’erano imprenditori disposti a rilevare l’azienda, mantenendo il posto ai lavoratori, l’ultima e più recente offerta giudicata interessante da Roma prevede che il numero dei dipendenti scenda a 210 e, pur pagando una penale, dopo due anni l’imprenditore porterebbe via la produzione. La ‘Franco Tosi’ non è trasportabile".

APPELLO A REGIONE – "Vogliamo dire – ha concluso il sindacalista, rivolgendosi al Comune di Legnano e a Regione Lombardia – due cose: se arriva un investitore deve restare a Legnano, perché quella fabbrica ha una sua configurazione specifica e non si può spostare; l’altra questione è quanti lavoratori si assumono. Noi dobbiamo lavorare affinché Regione Lombardia metta il nuovo imprenditore nelle condizioni di avere una strada agevolata, che consenta di fare investimenti, di rimanere a Legnano e, nell’arco di due anni, non subito, con gli ammortizzatori sociali, riesca ad assumere tutti i lavoratori".

Redazione

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