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Proverbio: Se piove tra luglio e agosto, piove miele, olio e mosto

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Docucity farà tappa anche a Settimo Milanese

(mi-lorenteggio.com) Settimo Milanese, 29 aprile 2012- Docucity – documentare la città è un ciclo di proiezioni nato nel 2006 a partire dal Corso di Laurea di Mediazione Linguistica e Culturale dell’Università degli Studi di Milano – Polo di Sesto San Giovanni; con gli anni è diventato un festival del cinema documentario specificamente dedicato alla realtà urbana, sia in ambito nazionale che internazionale.

L’edizione 2012 aprirà una specifica finestra sul mondo lusofono (Portogallo, Brasile, etc) e si allargherà negli spazi, coinvolgendo la Mediateca di Santa Teresa di Milano (via della Moscova 28) e il Comune di Settimo Milanese.

Nella serata di Mercoledì 9 maggio 2012 (ore 21.00 – ingresso gratuito) presso l’Auditorium Comunale di Settimo Milanese si terrà infatti una retrospettiva – con una scelta operata da uno dei responsabili del festival, Gianmarco Torri – di opere presentate nelle edizioni precedenti di Docucity.

Per Docucity un’ulteriore occasione di allargamento al di là del circuito universitario, per Settimo Milanese la possibilità di ospitare sul proprio territorio una rassegna cinematografica di rilievo, con sguardi originali su un tema decisivo come quello della città.

Informazioni: Biblioteca Settimo Milanese, via Grandi 10 – Tel. 02.32.85.130

Questo il programma della serata:

L’estate vola
di Andrea Caccia (2000, 18’)

Milano. Estate. Tra i muri e gli occhi di chi dimentica, si aggira uno sguardo che non ha scelto cosa guardare e che non riesce a capire. Uno sguardo che sbatte contro le pareti del mondo, che cade e si rialza per continuare. Uno sguardo che sopravvive.

“L’estate vola è una visione mattutina, un’idea improvvisa che svolazza nella testa: filmare Milano in agosto. Un specie di geografia del vuoto, per conoscere meglio il proprio territorio. Come un antropologo in cerca di civiltà mai viste, come uno spazzino che raccoglie lo sporco dalle strade, come il giornalista che non ha notizie o come lo stratega che costruisce le proprie imprese con pazienza, intuito e cuore. Senza percorso, senza sceneggiatura, senza guida, camminando in giro per la città in cerca di una risposta che non c’è. In cerca di Milano, l’amara città che dovrei amare.”

(Andrea Caccia)

Doble Forza. Re:centering Periphery 01. Alamar. Cuba
di Ogino Knauss (2008, 30’)

Alamar è una nuova città costruita alla periferia dell’Avana negli anni ’70 con rudimentali tecnologie di prefabbricazione ereditate dai sovietici. È stata realizzata da squadre di autocostruzione composte da 32 cittadini, le cosiddette “microbrigadas”: un sistema che non ha influito solo sul modo in cui è stato modificato l’ambiente fisico, ma anche sul tessuto sociale formatosi di conseguenza.

Oggi Alamar ha una popolazione di circa centomila abitanti. Il film documenta la vita che ha luogo nello spazio pubblico tra palazzi anonimi, dove, attraverso la riappropriazione di lotti trascurati, lo svolgersi dei rapporti sociali testimonia vantaggi e difetti del processo partecipativo di costruzione. È un diario di viaggio, l’esperienza personale fa emergere utopie e risultati di precise logiche urbanistiche e politiche.

MI/MA – Milano/Manhattan
di Tonino Curagi e Anna Gorio (2008, 8’)

Mi-Ma nasce da un’idea di Gino e Michele come tributo all’incipit di “Manhattan” di Woody Allen.
"Contravvenendo ad ogni regola logica, abbiamo cercato di cogliere nei primi 4 minuti del film il senso, oltre che della megalopoli americana, anche della nostra città e forse per certi aspetti, della vita di noi che la abitiamo"- dicono gli stessi autori – "e abbiamo coinvolto la Scuola Civica di Cinema di Milano".
Con due insegnanti della scuola (i documentaristi Tonino Curagi e Anna Gorio), Ercole Visconti come direttore della fotografia, un’equipe di lavoro composta da allievi e collaboratori della Civica, e la voce fuori campo di Claudio Bisio, è stato mantenuto l’incipit originale di Allen, parola per parola, ed è stato cambiato unicamente il nome della città: al posto di Manhattan, Milano.

I love Benidorm
di Gaetano Crivaro e Mario Romanazzi (2009, 28’)

La vita nel Cabanyal è cambiata dopo che la forte urbanizzazione in corso su tutta la costa spagnola ha fatto scalo anche a Valencia. Il progresso sta cancellando ogni traccia dell’antico “pueblo de la mar”. Il turismo è il principale motore di rinnovamento dello stato spagnolo, ma è anche causa della distruzione del patrimonio ambientale, umano e culturale della nazione.

Alisya nel paese delle meraviglie
di Simone Amendola (2009, 38’)

A Cinquina, recente periferia di Roma, c’è una realtà del tutto simile alle banlieues parigine. Le storie e gli sguardi dei ragazzi del quartiere parlano del paese in cui viviamo.

Redazione

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