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Milano. Inaugurata l’installazione "100 sogni morti sul lavoro" di Gianfranco Angelico Benvenuto

Milano, 23 aprile 2012 – L’installazione “100 sogni morti sul lavoro”, situata in via Marconi angolo piazza Duomo, è stata inaugurata questa mattina dall’assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca Cristina Tajani alla presenza dell’autore dell’opera Gianfranco Angelico Benvenuto.

100 SOGNI MORTI SUL LAVORO
di Gianfranco Angelico Benvenuto

Dal mondo dell’advertising, ideando campagne sociali fondate sui valori etici della salute, del lavoro, dell’identità e della ricerca, Gianfranco Angelico Benvenuto cavalca quel sottile sconfinamento che fonda l’intreccio fra estetizzazione della vita e pervasività dell’arte. Affondando nell’esistenza quotidiana collettivamente condivisa, aprendosi a relazioni con situazioni e contesti diversi, la sua creatività e la sua poetica, espressi con la fotografia e l’installazione (Controbiennale delle Casalinghe, 2005, provocazione virtualmente inserita in internet nei più grandi musei), si ergono a veri e propri tracciati della società contemporanea. Per narrare microstorie individuali capaci di contenere macrostorie di gruppo, o per raccontare situazioni sociali entro le quali individuare singoli profili identitari. Appellandosi alla critica sociale, unita all’estro poetico (Angeli senza ali, 2002, campagna per l’incentivazione della ricerca sulle cellule staminali), così come al registro dell’ironia e del paradosso (Uomini in vendita nel frigorifero del supermercato, 2007), l’artista friulano trasforma ogni sua riflessione e creazione in evento provocatorio, capace di smuovere le coscienze collettive e di animare l’opinione pubblica (Lascia il bere perché ti beve il cervello, 2009, contro l’abuso dell’alcol). Perché la sua provocazione non è mai scioccante e fine a sé stessa, bensì radicata nell’elogio della normalità, dell’imperfezione (dal 1984 Il Calendario delle casalinghe che, cacciando le top model dal piedistallo, ha creato un vero e proprio fenomeno di costume in mezza Europa), entro la quale ognuno di noi riconosce almeno una parte della propria esistenza. Il monumento-installazione ai morti sul lavoro nasce da questo percorso, come una sorta di iperbole di un lavoro precedente: la Storia del futuro non vissuto da Gabriele Simeoni (2003), racconto per immagini confluito in una mostra itinerante all’interno dei cantieri edili. È la storia di un giovane muratore, schiacciato da una lastra di cemento. Di lui è rimasta solo la tuta da lavoro. Una tuta vuota, che di fotografia in fotografia si erge a fantomatico protagonista di un presente che non c’è stato, del quotidiano di una vita mancata. È lo spettro che grida un’assenza. Un’assenza che nella reiterazione proposta in questo esercito di tute si muta in forte presenza. Perché la corporeità tridimensionale degli abiti da lavoro che, riempiti solo di vento, simulano una marcia collettiva, un cammino però privo dei colori della speranza del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, ma così imperativo da urlare la loro presenza. Il ricordo di chi sul lavoro ha perso la vita, ma anche di chi è morto perché il lavoro non ce l’ha più o non l’ha trovato. Un ricordo che queste tute-fantasma traducono in affermazione, perché il lavoro è motore d’identità, di civiltà, il lavoro è necessario per esserci.

Redazione

“Questa installazione – ha spiegato l’assessore Tajani – si inserisce in una campagna di sensibilizzazione promossa dal Comune di Milano contro gli infortuni e le morti sul lavoro. Purtroppo, nonostante i passi avanti fatti dalla legislazione e dalle parti sociali, i dati sulle morti bianche sono ancora preoccupanti e a questi vanno aggiunti quelli, tristemente legati alla crisi, dei suicidi causati dalla perdita del lavoro o dal fallimento della propria impresa”.

“Come istituzione – ha continuato l’assessore – siamo fortemente impegnati per contrastare il fenomeno: vanno in questa direzione i diversi protocolli sottoscritti con sindacati e imprese per regolamentare il lavoro dei cantieri di Expo. L’obiettivo è rendere Expo un evento ‘a impatto zero’ dal punto di vista infortunistico, ma anche lasciare un presidio permanente di medicina del lavoro per il dopo Expo. Nella stessa direzione va il protocollo sugli appalti interni del Comune cui stiamo lavorando con Cgil, Cisl e Uil. La campagna non si ferma qui: insieme alla federazione provinciale dei Maestri del Lavoro inaugureremo il prossimo autunno un giardino permanente dedicato ai caduti sul lavoro. Cogliamo l’occasione – ha concluso Tajani – per ringraziare la Cassa Edile di Udine, che ha voluto temporaneamente affidare la mostra al Comune di Milano senza alcun onere per l’Amministrazione”.

L’installazione “100 sogni morti sul lavoro” sarà in via Marconi fino al 2 maggio e, prossimamente, sarà localizzata in altri luoghi della città.

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