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A Palazzo Cusani di Milano presentato il libro “Ingrati – La Sindrome Rancorosa del Beneficato” di Maria Rita Parsi

(mi-lorenteggio.com) Milano, 22 dicembre 2011 – Il 16 dicembre 2011, nella meravigliosa Sala Radetzky dell’importante Palazzo Cusani, Sede del Circolo di Presidio Esercito Militare di Milano – Via Brera n.15, è stato presentato il libro editato dalla Casa Editrice Arnoldo Mondadori: “Ingrati – La Sindrome rancorosa del beneficato” di Maria Rita Parsi, scrittrice, psicologa, psicoterapeuta, editorialista, Presidente della Fondazione "Movimento Bambino", Presidente della Scuola Italiana di Psicoanimazione. Nonostante lo sciopero dei mezzi pubblici, eravamo presenti in circa cento persone. Tanti  sono intervenuti a piedi, camminando per chilometri, per non perdere l’occasione di ascoltare un tema così attuale da parte di una psicoterapeuta di altissima fama.

Un momento della presentazione

La Prof.ssa Maria Rita Parsi, con chiarezza e competenza, ha indagato nelle pieghe della nostra psiche per rivelarci i segreti di questo comportamento apparentemente assurdo, molto più frequente di quanto crediamo. E’ un procedimento perverso della nostra mente per il quale un beneficato si rivolta contro il suo benefattore. Infatti, la sapienza popolare lo dice chiaramente: "Amico beneficato, nemico dichiarato". Purtroppo, la vita è piena di casi in cui la persona che ha ricevuto un favore sviluppa un senso di rivalsa, anche di odio, verso il suo benefattore: questa è la "sindrome rancorosa del beneficato". Dal beneficato, o ingrato, scatta una vendetta per il bene ricevuto; è uno di quei meccanismi perversi coi quali la psicologia umana spesso ci sorprende.

Il Gen. Camillo de Milano con Maria Rita Parsi

Questo interessante libro è stato introdotto dai fondatori del Circolo di Cultura e Scienza "Piri Piri" (un insolito circolo che ricerca, attraverso l’ironia, una nuova cultura giovane e dinamica) Generale di Brigata Camillo de Milato, Comandante Militare Esercito Lombardia, Governatore della neonata Confederazione “FORUM delle Associazioni”, nonché Presidente del Circolo di Cultura e Scienza “Piri Piri”; Avv. Gaetano Galeone, Presidente della Società del Giardino; Avv. Franz Sarno, penalista ed antropologo, dal Generale di Brigata dei Carabinieri Emanuele Garelli e dalla dott.ssa Claudia Buccellati, Presidente dell’ Associazione per il Policlinico Onlus, tutti personaggi di “calibro 91”, fondatori del Circolo di cui sopra e uniti in questo nuovo modo di diffondere la cultura e la scienza.
Per motivi di sciopero dei mezzi pubblici non sono intervenuti il Prof. Alberto Ugo Caddeo, Presidente Istituto Alkemia, il Prof. Claudio Bonvecchio, filosofo e la Prof.ssa Scienziata Maria Rita Gismondo, Presidente della Fondazione Donna a Milano ONLUS.
Il primo intervento è stato a cura del Generale Camillo de Milato che ha sottolineato l’importanza della professione della Prof.ssa Maria Rita Parsi che mette a disposizione del prossimo. «In questo interessante libro “Ingrati – La Sindrome rancorosa del beneficato”, la Parsi, attraverso una serie di storie, anche divertenti, parla dell’ingratitudine e dell’ingiustificato rancore che il beneficato sviluppa verso il benefattore. Penso che sia di fondamentale importanza l’atteggiamento che si ha con il beneficato, al quale manca la generosità di dire “grazie” al benefattore. L’ingrato mi fa oltremodo pena perché non è generoso nemmeno verso se stesso pur vedendo chiaramente essiccare tutte le sue passioni. La nostra bravissima Autrice, attraverso un identikit interattivo, ci insegna a riconoscere l’ingratitudine e a difendersene, arginare i suoi danni e i dolori che inevitabilmente può provocare, ma usarla per rafforzarsi. Molte persone, dopo aver chiesto e ricevuto aiuto, vengono colte da un disagio profondo che li portano a cancellare e/o a calunniare il benefattore, in quanto testimone della loro debolezza e, senza rendersene conto, vengono colte dalla sindrome rancorosa dell’ingrato. Il senso di inferiorità e di invidia per il potere del benefattore, crea nel beneficato una malattia dell’anima che si manifesta rifiutandone la dipendenza, autoconvincendosi che lui non deve niente a nessuno, facendogli pagare il suo senso di inferiorità. Quello che è importante e che mi colpisce di questo libro è che dobbiamo imparare ad usare le armi della vita materiale, spuntarle e pensare che la vita è dono, perciò, dobbiamo donare ciò che si ha senza presentare il conto. Attraverso l’analisi delle tipologie di Benefattori e Beneficati – termina il generale Camillo de Milato – la Prof. Maria Rita Parsi ha scritto il decalogo del buon Benefattore e del Beneficato riconoscente in modo professionale facendolo diventare un interessante testo di divulgazione scientifica».
Ha poi preso la parola l’Avvocato Gaetano Galeone, il quale afferma che questo libro, composto da una serie di racconti, colpisce l’anima in modo coinvolgente. «In questo libro – afferma Galeone – c’è la chiave del benefattore e del beneficato che si trova anche dentro di me. L’Autrice, con grande professionalità, ha definito nettamente la dimensione della reale sindrome rancorosa del beneficato, trasmettendomi delle strane sensazioni che mi hanno indotto a riflettere su alcuni aspetti della mia vita, del mio rapporto con la vita. Io non credo che possiamo decidere o meno di essere beneficiari, o lo si è o non lo si è. Nella mia vita cerco di fare del mio meglio verso il prossimo, però, non so se prevalga in me il beneficiario, saranno gli altri a dirlo, ma quello che posso dire è che non dobbiamo aspettarci niente da chi volente o nolente facciamo del bene».
E’ stata poi la volta dell’Avv. Franz Sarno il quale ha affermato «Questo aspetto dell’animo umano esiste in noi e non ce ne rendiamo conto. Leggendo questo libro, che dovrebbe essere letto da tutti, mi ha fatto capire il motivo di quando si riceve un favore e, invece di ringraziare, si fugge. Il fuggitivo viene così definito traditore. Il motivo per cui fugge ce lo spiega perfettamente nel libro la Parsi ed è quello che quando si riceve un favore ci si trova in una posizione di debolezza e, non avendo le armi per reagire, si fugge. Purtroppo, però, molte volte il beneficato si rivolta contro il benefattore, addirittura calunniandolo; in questo modo la sindrome rancorosa del beneficato prende possesso dell’ingrato, sviluppando in lui una vera malattia. Giuda – continua l’Avv. Sarno – è il simbolo dell’ingrato-traditore e il suo pentimento lo ha portato alla morte, perciò, mi fa molta pena chi è affetto da questa malattia perché, non sono coscienti di averla e, anche se soffrono moltissimo, non sono in grado di dire grazie. Inoltre, l’ingrato fugge anche perché l’immagine del benefattore gli ricorda la loro debolezza e nessuno vuole prendere atto di essere stato debole e bisognoso di aiuto in un momento particolare della loro vita. In ogni caso è brutto prendere atto che ci sono amici tolti dai guai che ti rinfacciano chissà che cosa, colleghi aiutati che ti pugnalano alle spalle».
E’ intervento il Generale Emanuele Garelli «Sicuramente la prof.ssa Parsi con questo libro mette il dito nella piaga – afferma il Generale Garelli – ma vorrei spezzare una lancia in favore dell’ingrato citando una frase di Winston Churchill: “L’ingratitudine è il dovere di un grande Popolo”. Invece, quando penso ai genitori che pretendono gratitudine dai figli li paragono agli usurai che pretendono gli interessi alla grande. Il benefattore deve sentire il piacere di fare del bene, anzi deve sentirlo come un dono: non deve aspettarsi gratitudine, deve scordarselo. Se il beneficato dovesse rivoltarsi contro, come spesso avviene, dobbiamo capire che egli non è cosciente e che soffre molto perché, pur essendo incosciente, percepisce l’anormalità della situazione e, proprio per questo, è anche rancoroso contro se stesso. Chi ha ricevuto un beneficio, si sente in debito di riconoscenza nei confronti del suo Benefattore e, questo stato di cose, lo sente come un peso che non riesce a sopportare, perciò, arriva a dimenticarlo, negarlo, sminuirlo e, in alcuni casi, a volersi liberare del Benefattore, trasformandolo come persona da penalizzare e calunniare».
La voce di una grande ed energica donna, quella della Dott.ssa Claudia Buccellati, ha “tuonato” affermando: «La cosa importante che deve sapere il benefattore- afferma la Buccellati – è che se non è in grado di dimenticare il bene fatto è meglio che non lo faccia. Bisogna tenere presente che se si fa del bene è una forma di egoismo in quanto il farlo è curativo per la propria salute. Inoltre, sono convinta che l’ingrato non sia un traditore, ma un debole che si vergogna di esserlo. Infatti, dopo aver svelato il suo problema – continua la Buccellati – il beneficato se ne vergogna tremendamente ed esprime la sua forma di ingratitudine fuggendo, non facendosi mai più vedere».
Infine, la professoressa Mara Rita Parsi, ha preso la parola ringraziando ed esprimendo gratitudine verso coloro che l’hanno invitata in un posto dove la cultura perpetuata nel tre secoli di vita di Palazzo Cusani era tangibile. «La sindrome rancorosa del beneficato è una forma di ingratitudine e forse anche di più – afferma la Parsi – L’eccellenza dell’ingratitudine, in molti casi, è espressa perché i beneficati non hanno la capacità, la forza, la decisionalità interiore, il coraggio e, perfino, l’onestà intellettuale ed etica di prenderne atto. Quel sordo, ingiustificato rancore covato coscientemente o inconsapevolmente dal beneficato lo coglie come una autentica malattia, come una febbre delirante. Colui che fa del bene si deve sentire come un genitore che si adopera per far sì che ai propri figli non manchi nulla, deve essere come una mamma che allatta al seno il suo bambino e che non presenta il conto del suo operato. I miei genitori – continua la Parsi – hanno insegnato a noi figli ad essere grati a chi si fa del bene o a dimenticarsene d’averlo fatto perché l’ingrato o traditore non è cosciente di esserlo. Dobbiamo metterci alla stregua di un neonato che viene allattato dalla mamma e non le dice grazie perché è un gesto naturale che gli viene fatto. Inoltre, se si è coscienti di fare del bene significa anche farsi del bene, significa avere il cuore gonfio d’amore e l’amore che ci mettiamo nel fare del bene deve essere incondizionato perché esso è sinonimo di libertà».
Si sono così accesi di passione gli animi dei presenti su questo interessante argomento che hanno continuato a discutere anche dopo il fortunato incontro con la Prof.ssa Parsi, famosa psicologa, psicoterapeuta, scrittrice, editorialista che, negli anni di comunicazione attraverso i mass media, ci ha insegnato, con il suo carisma e la sua forte personalità, come risolvere molti problemi legati alla psiche ed a vivere nel ben-essere. Io personalmente, attraverso i suoi libri, specialmente attraverso quest’ultimo “Ingrati- La Sindrome rancorosa del beneficato”, ho imparato a prendere coscienza di essere stata una beneficata a dire pubblicamente grazie; ho capito che fare e ricevere del bene è un grande dono per entrambi perché nella vita non si può stare soli, abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Inoltre ho imparato che dai figli non ci dobbiamo aspettare niente e che, finché siamo in vita, ci amano e ci odiano, ma che da essi veniamo apprezzati solo quando, purtroppo, non ci siamo più.
La Professoressa Parsi, che è rimasta entusiasta dello "spirito di gruppo", del "livello qualitativo" e della "novità culturale" del Circolo di Scienza e Cultura “Piri Piri”, ha già espresso desiderio di diventare un membro Cavaliere di questo particolare Circolo. Inoltre, come Presidente di Fondazione Movimento Bambino, è sembrata interessata a far parte di quella grande famiglia che è la Confederazione “Forum delle Associazioni”.
Come sempre, termino con il motto del nostro grande Generale Camillo de Milato: Che la Forza sia con Noi!

Principia Bruna Rosco

P.S.: Si ringrazia Sergio Frezzolini di www.albumitalia.it
che ha scattato le foto ed ha gentilmente concesso di pubblicarle.

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