31 maggio: si rinnova il no al tabacco: l’impegno della Santa Sede per la difesa della vita

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    (mi-lorenteggio.com) Novara, 31 maggio 2010 – “Negli ultimi cento anni il fumo di sigaretta ha ucciso 100 milioni di persone, 1 milione l’anno ma da qui al 2100 le vittime del tabacco potrebbero addirittura decuplicare. Secondo alcune stime, ogni anno 5 milioni le persone morirebbero per cause in qualche modo riconducibili al fumo di sigaretta”. Anche monsignor Ernesto Scirpoli, sacerdote piemontese, inviato della Santa Sede all’Onu e all’Oms, lancia l’allarme. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sta monitorando la situazione con viva apprensione. “Gli stati che partecipano all’Oms – ricorda monsignor antifumo – hanno sottoscritto da tempo una convenzione-quadro contro il commercio illecito del tabacco, che consente tra l’altro di smerciare grossi quantitativi di sigarette nei paesi più poveri, dove non esistono iniziative di sensibilizzazione come in Occidente e dove, se non fosse per il contrabbando, in pochi potrebbero permettersi di fumare”. Purtroppo, ad oggi, sono ancora pochi i governi che adottano la linea dura contro traffici illeciti e contrabbando, anche se facendo leva sulla legalità e sulla lotta al contrabbando l’Oms è riuscita ad ottenere un primo appoggio dai paesi coinvolti, preoccupati per il danno erariale causato alle casse pubbliche. “Circa il 12% del commercio mondiale di tabacco sfugge ai controlli statali – spiega Scirpoli – si calcola che i governi perdano in media oltre 40 miliardi di dollari americani ogni anno, soldi che finiscono nelle tasche della criminalità organizzata”.
    I paesi più esposti sono quelli dell’area asiatica, africana e latino-americana, dove il commercio illecito del tabacco è più diffuso. Ma a preoccupare ancor di di più è il fatto che il cartello delle grandi multinazionali sembri puntare sempre di più alle donne e ai giovani. “Tra le donne – spiega Scirpoli – la popolazione fumatrice è ancora relativamente contenuta. In una società in cui si afferma sempre di più il ruolo della figura femminile, i colossi del tabacco mirano a far passare il messaggio secondo il quale il fumo è potere e raffinatezza. Inoltre, è dimostrato che nei momenti di crisi economica anche nei paesi già sviluppati aumenta il numero di coloro che si “abbandonano” alla sigaretta. Noi faremo il possibile per sostenere la difesa della vita umana e per arginare il preoccupante aumento di morti per tumore o infarto ”.

    V.A.

    Novara, 31 maggio 2010

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