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Valsassina. Presentato il progetto sul disagio psichico "Goccia dopo Goccia"

(mi-lorenteggio.com) Milano, 26 aprile 2010 – Dopo un anno di attività un primo bilancio positivo. Venire allo scoperto. Parlare e parlarsi, anche quando è difficile farlo. Perché il problema che hai dentro è un’onta da tenere nascosta. Perché il paese è piccolo e la gente mormora. Ed invece proprio in Valsassina – una teoria di piccoli comuni isolati tra i monti, dove tutti sono pronti a darsi una mano, ma anche a chiacchierare troppo – ha attecchito un’iniziativa innovativa su un tema controverso come è quello della salute mentale.
A Bindo di Cortenova, nell’ex centro anziani distrutto dalla frana del 2002 e che la Caritas Ambrosiana ha ristrutturato, è stato aperto un anno fa uno spazio incontro per malati psichici e i loro familiari. Dopo i primi incontri gli stessi familiari sono poi stati invitati a fondare un gruppo di auto mutuo aiuto. Contemporaneamente è stato istituto un servizio di visite a domicilio per chi non se la sente di frequentare il centro. È nato così il progetto “Goccia dopo Goccia”, presentato sabato 24 aprile a Bindo, come caso unico sul territorio, nel corso del convegno “Le sfide della Salute mentale in Valsassina.
Ideato da Caritas Ambrosiana e dalla Caritas decanale di Primaluna, il progetto è stato realizzato grazie ai fondi della Fondazione Provincia di Lecco. La formula è, apparentemente, semplice.
Ogni lunedì pomeriggio, in un locale al secondo piano del centro affacciato sulle montagne, chi soffre di un disturbo psichico sa di poter trovare qualcuno come lui, con cui può confidarsi, senza paura di essere giudicato. Nello stesso luogo, ogni due settimane, si ritrovano anche i familiari che tra loro possono condividere il problema e sostenersi a vicenda. Agli incontri sono sempre presenti un operatore dell’equipe del progetto (composta anche da un supervisore e un responsabile) e uno o due volontari del gruppo che nel frattempo si è costituito grazie al tam tam tra le parrocchie. Le stesse persone organizzano anche i colloqui a casa degli utenti del servizio.
«In due anni sono state contattate 41 persone, tra familiari e malati. Un risultato superiore alle aspettative che dimostra coma anche in Valle, dove forse meno ce lo si aspetterebbe, si può sconfiggere il pregiudizio», hanno osservato gli operatori.
«La persona in difficoltà non è solo portatrice di un problema, ma spesso ha in sé le risorse per poterlo affrontare e superare – ha spiegato il direttore di Caritas Ambrosiana, don Roberto Davanzo, presente all’incontro -. Ciò non significa che, pilatescamente, la comunità se ne deve lavare le mani, ma piuttosto che può offrire un sostegno più utile e intelligente se riesce a mettere la persona in difficoltà nelle condizioni di potere esprimere al meglio la propria capacità aiutarsi. I gruppi di auto mutuo aiuto che stiamo promuovendo in vari ambiti, anche nel campo della salute mentale, rispondono esattamente a questa esigenza. E sono importanti proprio perché riannodano quei legami di solidarietà che si credevano sfilacciati».

V.A.

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