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Convegno al San Carlo di Milano: la frattura pertrocanterica oggi e forse domani

(mi-lorenteggio.com) Milano, 14 aprile 2010 Le fratture del femore prossimale sono tra le più comuni in campo ortopedico e si stima che la loro incidenza andrà aumentando in maniera esponenziale, tanto che nel 2020 potrebbero interessare il 25% della popolazione oltre i 75 anni.
In Italia sono già oggi quasi 100.000 all’anno le fratture del femore prossimale in persone di età superiore ai 65 anni, con un impatto sociale ed economico drammatico.
Gli effetti di queste fratture possono essere devastanti, dato che avvengono in pazienti che il più delle volte sono affetti da patologie multiple già debilitanti. Infatti, nell’anno successivo alla frattura si ha una mortalità di circa il 25% e una disabilità motoria del 50%.
Il delicato tema sarà trattato dai maggiori esperti italiani di ortopedia e traumatologia nell’ambito del Convegno “La frattura pertrocanterica oggi e forse domani” in programma venerdì 16 aprile con inizio alle ore 9.00 nella Sala Conferenze dell’Ospedale San Carlo Borromeo in Via Pio II, 3 a Milano.
La giornata di studio è stata suddivisa dal presidente e coordinatore dei lavori, il prof. Rinaldo Giancola, Primario del Reparto di Ortopedia dell’Ospedale San Carlo Borromeo, nelle identiche quattro parti che nella quotidianità ospedaliera rappresentano le fasi che caratterizzano l’approccio diagnostico/terapeutico nei confronti del paziente.
Le prime due fasi del “Perché” e “Quando” consentiranno di inquadrare il paziente, soprattutto quello portatore di pluripatologie e particolarmente a rischio, oltre a definire i tempi per il trattamento chirurgico, modulandoli sulle patologie concomitanti.
Grande spazio verrà poi lasciato alla fase del “Come”, dato che nel corso degli anni sono state messe a punto tecniche interventistiche sempre meno invasive e dispositivi che minimizzino la perdita di sangue, le lesioni ai tessuti molli, il dolore e la durata dell’interveto operatorio.
Diventa quindi fondamentale scegliere sia la tecnica operatoria, sia il dispositivo più adatti a garantire la migliore riuscita dell’intervento e il più rapido recupero funzionale.
In questo ambito, già nel 2003, l’Ospedale San Carlo Borromeo è stato il primo a trattare queste fratture con tecnica percutanea (tramite 2 piccole incisioni di circa 2 e 5 cm), tanto che oggi rappresenta il centro di riferimento di questa metodica con oltre 600 interventi effettuati, accompagnati da ottimi risultati in termini di recupero.
E proprio il recupero funzionale, ovvero la fase del “Dopo” l’intervento, sarà il tema della quarta parte del convegno.
La giornata di studio e confronto, che può contare anche su un tocco di internazionalità dato dalla prestigiosa presenza tra i relatori del prof. Yechiel Gotfried, si concluderà con una tavola rotonda moderata dal prof. Marco d’Imporzano e dal prof. Rinaldo Giancola.

Redazione

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