Trezzano. Il presidente del Consiglio interviene sulla bocciatura del conto consuntivo

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    (mi-lorenteggio.com) Trezzano sul Naviglio, 26 marzo 2010  –  Dopo le dichiarazioni giunte in redazione da Russomanno e Ghjbly, subito dopo la chiusura del consiglio comunale, e dopo la replica del vicesindaco, ecco, la presa di posizione di Domenico Spendio, presidente del Consiglio Comunale, giuntaci attraverso l’ufficio stampa del Comune, in replica a quest’ultimo.  

    “Il consiglio si è tenuto in perfetta legalità e rispetto delle norme, c’era il numero legale nonostante la mancanza di alcuni consiglieri. Se la maggioranza dei presenti avesse votato a favore, gli atti sarebbero stati approvati, ho messo il consiglio comunale nelle condizioni di deliberare”: così il presidente del Consiglio, Domenico Spendio spiega la correttezza della sua scelta di convocare una seduta a tre giorni dalla scadenza elettorale.

    “Nei 45 gg prima delle elezioni – sottolinea Spendio in una nota – si possono sottoporre al consiglio solo questioni urgenti e improrogabili, in più optando il sig. Prefetto, nella fattispecie (questa è la parola che usa), per far esaminare i bilanci prima delle elezioni (ancorché la scadenza di legge sia 30/4), richiama il carattere di urgenza previsto dal regolamento di cc che giustifica i tempi abbreviati, quindi mi invita a utilizzare questa possibilità”.

    Precisando che, contrariamente a quanto è stato affermato, non ha “chiesto alcuna autorizzazione al Prefetto”, ma si è “rimesso a una sua valutazione” dopo una conferenza dei capigruppo e non aver avuto dalla giunta la richiesta di sottoporre i documenti economici dell’Ente al consiglio.

    “Il consiglio ha bocciato il consuntivo 2009 – precisa il presidente Spendio – ma il bilancio di previsione non è stato nemmeno trattato, in quanto il consiglio comunale, nella sua sovranità superiore a quella della giunta in materia di bilancio, ha respinto la delibera sulle aliquote ici propedeutica al bilancio di previsione”.

    Respinge al mittente anche le accuse di aver voluto fare un “Ultimo colpo di coda”, sottolineando che l’esecutivo, se avesse voluto, non avrebbe consentito lo “svolgimento anche di questo consiglio”.

    V.A.

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