22 C
Milano
domenica, Settembre 8, 2024

Proverbio: Se piove tra luglio e agosto, piove miele, olio e mosto

Array

Salone del Mobile 2010. Presentato il progetto Town@House Street, innovativo concetto di ricettività turistica per Milano

(mi-lorenteggio.com) Milano, 16 marzo 2010 – Sarà Milano la prima città a inaugurare un nuovo modo di concepire l’accoglienza, attraverso il recupero di spazi commerciali in disuso che saranno trasformati in suite alberghiere. Il progetto Town@House Street, patrocinato dall’Assessorato al Turismo, Marketing territoriale e Identità del Comune, è stato presentato questa mattina a Palazzo Marino dall’assessore Massimiliano Orsatti assieme all’ideatore Alessandro Rosso e all’architetto Simone Micheli. Le prime quattro suite, situate in via Goldoni 33, verranno inaugurate in occasione del Salone del Mobile, in programma dal 14 al 19 aprile.

“Ciò che ha spinto l’Amministrazione ad appoggiare con entusiasmo questo progetto – ha spiegato Orsatti -, oltre all’innovativo concetto di ricettività, è la sua capacità di coniugare, esaltandole, due indiscutibili eccellenze tutte meneghine, la grande tradizione alberghiera e la ricerca creativa del design”. “Un connubio – ha aggiunto l’assessore – che non genera alberghi belli esteticamente ma spersonalizzati, ma nuovi spazi urbani che raccontano l’identità più intima di una città. Luoghi di ieri
ritrovati e portati a nuova vita per divenire simbolo e segno delle città in cui si soggiorna. Sono orgoglioso – ha concluso Orsatti – che proprio Milano sia la capostipite di questo nuovo concetto di hotellerie, confermando così ancora una volta la vocazione della città per l’innovazione e la sperimentazione anche in un campo come quello alberghiero e turistico”.

Alessandro Rosso, ideatore del nuovo concetto di riqualificazione urbana “Town@House Street” specifica: “In questo modo il concetto di ‘jet leg’ che si sente viene superato; quando si viaggia soli e si sta nella camera 1032 al 16° piano di un albergo ci si sente isolati, nei Town@House Street invece si è immersi nella città, nella sua velocità, nel suo movimento, si
possono osservare le luci della strada, entrare a contatto con il paesaggio, con i suoi abitanti, come si fa al tavolino di un bar
all’aperto, si fa amicizia. La città diventa la tua compagna di viaggio. Ci si sente vivi mentre si guarda la città. Una casa con tutti i plus dell’albergo, con i servizi da hotel si ha un proprio spazio”.

Simone Micheli, curatore degli interni di Town@House Street aggiunge: “Ho creato, così, dei luoghi estremamente evocativi, funzionali, coinvolgenti, capaci di divenire veri e propri manifesti di un nuovo modo di pensare al mondo dell’ospitalità, di un nuovo modo di concepire il rapporto tra la dimensione della ricettività e la città. In questo progetto gli spazi esterni del connettivo metropolitano, considerati come i corridoi di un hotel, penetrano negli spazi confinati degli edifici e ne trasfigurano il senso. La ricercata osmosi, segnica e contenutistica, tra il fuori e il dentro, esasperata dal brillante contributo fotografico di Maurizio Marcato, ha originato una miscela iconica esplosiva”.

Il progetto, nato a Milano ma destinato alle principali metropoli di tutto il mondo, grazie al contribuito di aziende internazionali, ha trasformato un fondo commerciale, al piano terra di via Goldoni 33, nelle prime quattro suite di un hotel fronte strada, privo di reception e completamente informatizzato. Dalla riqualificazione di spazi metropolitani degradati o abbandonati ha preso forma un’idea di ospitalità che scardina gli stereotipi dell’albergo canonico eliminando la reception, l’atrio d’ingresso, le scale, gli ascensori, i corridoi. Chi entra nelle suite lo fa senza passare attraverso filtri, direttamente dalla città, varcando la soglia di quella che fu la vetrina di un’attività commerciale ormai in disuso.

Le quattro suite sono disposte su una superficie di circa 35 metri quadri ciascuna, ad eccezione di una doppia di circa 50 metri quadri: si tratta di veri e propri mini appartamenti, completi di ogni comfort. Ogni spazio è infatti dotato di guardaroba, bagno e zona cucina. Ogni suite inoltre si differenzia dalle altre, oltre che per il colore dominante e per le macro-fotografie che rivestono completamente le pareti, anche per le soluzioni formali adottate nel disegno dei singoli componenti d’arredo.

SCHEDA DESCRITTIVA SUITES TOWN@HOUSE STREET

Alessandro Rosso, ideatore del nuovo concept
Simone Micheli, creatore del progetto di architettura degli interni

La prima suite ci accoglie, fin dall’ingresso, con una lunga lingua verde acceso, tonalità che caratterizza ogni singolo intervento di design della stanza, che salendo da terra, piegandosi fluidamente e sviluppandosi lungo tutta la lunghezza della parete diventa prima scrivania e poi parte integrante del mobile contenente la piccola cucina, il frigo bar e le altre utenze in dotazione. In corrispondenza del piano laccato della scrivania, protetto da una lastra in vetro extrachiaro, troviamo, staffato a parete, un enorme specchio, retroilluminato con sistema lineare LED di colore blu, sagomato come un macroscopico apostrofo investito e piegato dal forte vento provocato da una sovrannaturale velocità. All’interno dello specchio, opportunamente occultato, è ospitato un grande monitor LCD la cui vista è possibile sia dal tavolo che dal letto. Il letto appoggiato su un sommier di colore verde con una luce LED blu perimetrale che sembra farlo galleggiare, si piega e si articola formando, sullo stesso piano, i due comodini integrati. Il comodino più grande, in prossimità della vetrina di ingresso, termina inoltre con un cuscino che, assieme ad un altro pouf della stessa altezza, progettato con le linee morbide di una caramella mou ed un identico tavolino, rigorosamente verde come il rivestimento dei diversi pouf, genera un piccolo angolo raccolto dove incontrarsi, raccontarsi, emozionarsi.

La seconda suite

 

 Tutta la suite, in ogni sua parte, persino il guardaroba, locale adiacente indipendente e comunicante con il bagno, è pensata, studiata, progettata per emozionare, accogliere e coinvolgere il viaggiatore metropolitano contemporaneo. Un tubolare in acciaio inox ospitante le grucce, nasce e muore, non prima di avere eseguito serpentine torsioni e rapidi cambiamenti di direzione, in una pedana poggia-valigie di base, e in una serie di mensole sospese su di un inatteso fondo in specchio che configurano lo spazio del guardaroba nonché del passaggio verso il bagno. Il bagno, la cui sistemazione è comune per le quattro suite ad eccezione della suite doppia che ospita una grande vasca circolare anziché la doccia, è risolto con efficacia e rigore formale, nonché con molta semplicità: il lavabo è in appoggio su una mensola anulare che occupa l’intera parete e che assume il colore caratteristico della stanza, la doccia è schermata da un grande cristallo a tutt’altezza, le due pareti “bagnate” sono rivestite con macro-piastrelle bianche in gres porcellanato mentre le altre due sono rivestite, in continuità con gli ambienti contigui, dalle gigantografie della città di Milano. Il grande specchio che occupa, come la mensola, l’intera parete che lo ospita, è un totem orizzontale, retroilluminato con sistema lineare LED di colore blu, dotato di illuminazione che filtra da un’elegante eliminazione locale della specchiatura e di monitor LCD integrato.

La terza suite

La seconda suite, caratterizzata dal colore arancione, risolve quasi interamente, con un unico gesto plastico, la creazione dello spazio architettonico. Un’imponente testata del letto, in cui si apre, in sostituzione dei canonici comodini, un’asola stretta e lunga, illuminata dall’interno, piegandosi e sporgendosi in avanti, a novanta gradi, alloggia un monitor LCD godibile rimanendo comodamente sdraiati sotto le coperte, mentre, allungandosi su di un lato, diventa il piano della scrivania che affaccia direttamente sulla vetrina di ingresso. Un ulteriore tassello arancione, un piano di appoggio che diventa sostegno stesso per il letto, sottolinea e arricchisce la definizione dell’elemento scultoreo. La zona cucina, la cassaforte e il frigo bar sono occultati dentro un arredo rivestito completamente in specchio e parzialmente incassato nella muratura. Una serie di grucce appese a muro scandiscono la parete opposta al letto e continuano a ritmare, graficizzate sotto forma di serigrafia, la superficie in specchio che ne nasce e va, piegandosi, a ricongiungersi con quella, sempre a specchio del mobile-cucina. Il locale guardaroba è risolto con un mobile bianco formato da mensole che si richiudono, con raccordi stondati, su se stesse e da una pioggia di grucce arancioni che scendono dal soffitto come immaginifici oggetti misteriosi sospesi a mezz’aria.

La suite doppia punta invece su uno svuotamento materico degli arredi, sul loro alleggerimento. I singoli elementi sono scomposti in due parti: i piani di appoggio e le relative strutture che li sostengono. I primi, le scrivanie, i comodini, le mensole, i carter per i monitor LCD, sono rivestiti in solid surface e sono di colore bianco; le seconde, composte da tubolari in acciaio, sono invece di colore giallo. In questo gioco dichiarato e conclamato di elementi portati e di elementi portanti, gialli tubolari metallici saettanti si rincorrono, si avvolgono intorno alle candide superfici dagli angoli stondati, le sospendono, le sorreggono, le appendono, generando una moltitudine di situazioni e di soluzioni compositive.

La quarta suite

La quarta suite, aperta su due lati sulla strada, accesa dal colore rosso che ne sottolinea tutte le finiture, ospita una scrivania dalle linee fluide e morbide, integrata con il mobile-cucina, che occupa un’intera vetrina. La struttura piegata a C di sostegno del letto diventa, allungandosi sui due lati, un piano di appoggio alternativo ai canonici comodini.
Un grande totem che pende dal soffitto ospita al suo interno il monitor LCD e, come un’enorme stalattite tecnologica, diventa il fulcro statico dell’intera stanza. Il pavimento neutro in gres porcellanato di colore bianco, il candido controsoffitto, perimetralmente staccato dalle pareti che ospita gli elementi illuminanti a LED orientabili e a stretto fascio di luce, in grado di teatralizzare ed esaltare le diverse situazioni architettoniche, gli imbotti delle porte realizzate in solid surface e le porte scorrevoli in specchio, persino le griglie dell’areazione, sono elementi comuni, ricorrenti nelle quattro suite, studiati ad hoc per un intervento sinestetico, ibrido, emozionale, che si pone come un racconto esemplare nella sua unicità e contemporaneamente, nella sua molteplicità di suggestioni ed emozioni.

Redazione + agenzie

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Ads -
2,585FansMi piace
160FollowerSegui
0IscrittiIscriviti

Ultime news

- Ads -