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Cinema. Ritorna Alice in Wonderland

(mi-lorenteggio.com) Milano, 06 marzo 2010 – Lo stile bizzarro e fiabesco che da sempre avvolge la famigerata figura del regista americano Tim Burton, questa volta si cimenta nella realizzazione nonché rivisitazione di uno dei più straordinari capolavori della Walt Disney: “Alice nel Paese delle meraviglie”.
L’avvincente storia dell’adolescente curiosa e impertinente nasce dal capolavoro di Lewis Carrol, l’ingegnoso matematico che diede vita ad una storia immortale capace di sviluppare temi esistenziali dell’uomo attraverso la leggerezza contenutistica di una fiaba.
Attraverso effetti speciali e un’impronta gotica, tipica di Burton, Alice ritorna (10 lunghi anni dopo) nel Paese delle Meraviglie, ormai sempre più dominato dalla Regina Rossa e dalle sue guardie. Sarà compito di Alice e di tutti gli altri personaggi schierati dalla parte della Regina Bianca di far tornare Wonderland al suo antico splendore.
Il regista non perde occasione di plasmare i suoi personaggi attraverso risuonanti interpretazioni, mimiche facciali, una valida tecnologia e servendosi di una vera e propria scuola di trucco teatrale.
La trasfigurazione della realtà prende forma questa volta nella buffonaggine del cappellaio matto (Johnny Depp), nell’alterigia della Regina Rossa (Helena Bonham Carter), attraverso il candore della Regina Bianca (Anne Hathaway), per poi approdare al trasformismo dello Stregatto.
Tutti ingredienti già simulati dalla Walt Disney Pictures, eppure instancabilmente rispolverati dal genio di Burton.
Una pellicola che se per molti cinefili delude nell’evidente riproduzione di un film che si ispira a già preesistenti capolavori Disney, mancando di quel’impronta registica che ha saputo incantare milioni di telespettatori, per altri resta un piacevole spettacolo d’intrattenimento.
Secondo le prime stime, nel suo primo giorno di programmazione il film avrebbe raccolto la cifra record di 120 milioni di dollari.
La scelta di Burton nel ruolo dell’attrice protagonista ricade su Mia Wasikowska, che pare sia al suo primo esordio sul grande schermo.

Una scelta decisamente azzardata, ma che ancora una volta mette in risalto la singolarità del regista, una libertà stilistica che lo ha reso famoso in tutto il mondo.
Attraverso il richiamo di un suadente canto, non possiamo quindi fare a meno di salire a bordo di questa nuova straboccante commedia, che ancora una volta nasce dalla creatività del tenebroso regista.

Caterina Licata

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